Pronto soccorso e medici di famiglia. Caro Bartoletti basta con la “monoprofessionalità”
di Roberto Polillo
24 APR -
Gentile Direttore,
è del tutto evidente che le letture del
Dott Bartoletti sono perlomeno parziali. Ho scritto talmente tante volte su questo giornale e altrove (basta cercare in Internet) che la regione Lazio è in default e che responsabili di tale triplice disastro (finanziario, sanitario e morale) sono i politici che hanno gestito la sanità negli ultimi 15 anni che l’invito rivoltomi dal Dott Bartoletti a “non filosofeggiare” deve essere rispedito al (purtroppo poco rispettoso) mittente.
Del resto l’arroganza mostratami dal Dott Bartoletti è in linea con le migliori tradizioni del Sindacato regionale a cui appartiene. Né mi risulta che il Dott. Bartoletti abbia mai denunciato con pari determinazione cosa non andasse nella nostra sfortunata regione all’infuori della polemica (giusta ma scontata) legata ai diversi istituti contrattuali e relativi incentivi demandati alla contrattazione regionale e scarsamente onorati dalla stessa .
Non ho mai udito la sua voce levarsi per denunciare lo sfascio della regione “a prescindere” come potrebbe dire il principe De Curtis per non abusare più della categoria dei filosofi, il cui uso mi viene rimproverato. Restando invece ai fatti trovo particolarmente risibile l’affermazione che il
chronic care model sarebbe una anticaglia degna di una “ottica miope e vecchia”. Evidentemente il Dott Bartoletti non è uso (e forse questo è meno giustificabile) consultare la letteratura internazionale perchè in questo caso potrebbe uscire da quella visione provinciale che continua a caratterizzare, nella più scontata continuità, la politica della Fimmg del Lazio.
Rimane ancora un punto da ricordare il tanto deriso modello di “Casa della salute” (fortunatamente solo da Dott. Bartoletti) è l’unica innovazione introdotta in sanità negli ultimi 8 anni. Per rendersene conto basta vedere cosa hanno fatto le regioni dove le cure primarie sono una realtà ben organizzata da molti anni: Toscana ed Emilia Romagna e quelle che lottano per uscire dalla emergenza finanziaria e sanitaria
E’ del tutto evidente che un modello di organizzazione del servizio basato sul team, sulla integrazione multiprofessionale, sulla condivisione dei percorsi sulla pari dignità del MMG, dell’infermiere del riabilitatore e dell’assistente sociale dista anni luce dalla mentalità monoprofessionale e supponente del Dott. Bartoletti.
Le posizioni da me espresse sono largamente condivise dalla stragrande maggioranza degli operatori e organizzazioni professionali che si battono per un miglioramento del SSR non meno da come ritiene di aver finora fatto il Dott Bartoletti. Semplicemente bisognerebbe avere il coraggio di mettersi in discussione, di confrontarsi , di trovare mediazioni senza ricorrere alla squalifica di chi esprime un pare diverso dal proprio.
Roberto Polillo
24 aprile 2013
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