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Assistente Infermiere, ecco  tutte le criticità a partire dalla denominazione 

di Libera Maria Santamaria 

16 SET -

Gentile Direttore,
in merito alle recenti notizie riguardo l'istituzione della figura dell'Assistente Infermiere, come Associazione Nazionale Professionisti Sanitari in Evoluzione, riportiamo l’amarezza e la delusione di tutti gli Infermieri italiani, non solo per le tante promesse fatte ma anche per la nuova scelta presa. Ancora una volta non si investe su di loro in termini di valorizzazioni, riconoscimenti professionali, sociali ed economici, non si investe sulla appetibilità della professione, non si vuole evitare l’aumento delle fughe dalla Sanità Pubblica visto l’annunciarsi della nuova figura che aumenterà responsabilità e carichi di lavoro all’infermiere a costo zero.

Ravvediamo molti punti critici, non di poco conto, che necessitano di chiarimenti.

La prima criticità si rileva all'interno della denominazione stessa di questa nuova figura: la parola "infermiere" porterebbe la popolazione a pensare che basti un corso OSS per diventare qualcosa che abbia a che fare con la professione infermieristica; in secondo luogo questo ruolo creerebbe nuovamente la figura di "infermiere generico", abrogata già da anni proprio grazie all'evoluzione della categoria e alla necessità di un professionista indipendente.

Dopotutto, un Infermiere che consegue un master diventa un "Infermiere specialista" e non un "Assistente medico", come l'Assistente alla poltrona non porta il termine "dentista" nella sua qualifica.

Ci teniamo a ricordare che un infermiere, per accedere alla laurea in Infermieristica, frequenta 5 anni di Scuola Superiore, ottenendo un diploma di Scuola Secondaria di Secondo grado, per la nuova figura, invece, si potrà andare in deroga al diploma, semplicemente aggiungendo alcune ore al corso.

Per poter somministrare le terapie un infermiere sostiene più di un esame in farmacologia durante il corso universitario, oltre alla formazione continua in merito ai farmaci che somministra anche per os. Ci chiediamo: un OSS con solo un corso aggiuntivo, come potrà espletare tutto ciò che valuta e rivaluta un infermiere quando somministra la terapia? Su chi ricadrà la responsabilità della somministrazione?

Inoltre, quando in reparto l'infermiere somministra la terapia, non effettua una semplice "consegna", egli è tenuto a conoscere ciò che sta somministrando, informare il paziente e/o il caregiver, valutare se è il caso di evitare la somministrazione (ipoglicemizzanti, anti-ipertensivi, ecc.) e, in molti casi, effettua un continuo percorso di educazione nei confronti del caregiver. In che modo questo potrà essere fatto dalla nuova figura?

Inoltre, somministrare sotto la stretta supervisione dell'infermiere terapia intramuscolo o sottocute significherebbe due cose:

- occupare due persone per effettuare un compito che ne richiederebbe una sola;
- obbligare l'infermiere a supervisionare non solo una pratica da lui non eseguita, ma anche contrastare eventuali complicanze sopraggiunte sul sito di puntura e in merito al farmaco somministrato, che l'assistente infermiere non conosce.

Le strutture private, i promotori di questa figura ibrida come le case di riposo, che decideranno di assumere gli Assistenti infermieri non potranno esimersi dall'avere in turno un Infermiere: ciò significa che questa figura non può essere una risposta alle attuali carenze infermieristiche.

Alla luce di ciò, crediamo che la scelta dell’Assistente Infermiere sia palesemente inutile sia per contrastare la carenza degli infermieri e sia per garantire le cure di qualità al malato.
Siamo certi che se gli Infermieri ottenessero il riconoscimento economico, professionale e sociale che meritano, questi non mancherebbero e non ci sarebbe la necessità di creare altre figure inefficaci e confusive.

Invitiamo le Regioni e la Politica Nazionale a reindirizzare i fondi previsti per l'introduzione di tale figura verso maggiori riconoscimenti a coloro che ogni giorno garantisco già l'assistenza sanitaria secondo consolidati percorsi di studio universitari.

Confidiamo pertanto in un cambio repentino di rotta evitando sperpero di danaro pubblico ma soprattutto di non perdere ulteriore tempo prezioso per risanare il SSN.

Dott.ssa Libera Maria Santamaria
Infermiera e Segretario ANPSE



16 settembre 2024
© Riproduzione riservata

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