La tecnologia quale strumento di dialogo tra professioni
di Saverio Proia e Roberto Di Bella
05 AGO -
Gentile Direttore,molti degli articoli pubblicati in questa rubrica hanno spesso sottolineato i difficili rapporti tra professionisti della salute all’interno di aree ad alta complessità. Tali criticità la cui origine molto spesso viene ricondotta alla complicata applicazione di norme che impattano sull’esercizio professionale con un rimpallo tra chi le norme le interpreta e chi le norme invece le applica, bene non ha portato alle medesime professioni ma nemmeno agli stessi pazienti (un esempio eclatante è quello della teleradiologia).
Risultati storici ve ne sono stati nel corso degli ultimi 15 anni non solo nella quotidiana organizzazione del lavoro sanitario e sociosanitario ma anche nell’impianto dei decreti ministeriali 70 e 77 nonché nello stesso impianto del PNRR, laddove l’agire interprofessionale, senza supremazie, diviene la normale e ordinaria modalità di agire in ospedale e nel territorio, ma mai si è voluto giungere con volontà tra le diverse parti ad una situazione netta, chiara e definita che sanasse le incomprensioni del passato, un esempio è quanto abbiamo già descritto nei nostri recenti articoli.
Siamo sempre più convinti, invece, che le nuove tecnologie e la rapida espansione del digitale influiranno sui professionisti e tra quest’ultimi e le persone assistite, ma ancor più modificherà anche negli anni a venire, le relazioni tra professioni nelle diverse aree.
Tutto ciò comporterà opportunità e sfide per i giovani che si accingono ad entrare nel mondo delle professioni della salute, sarà pertanto importante affrontare questa transizione adattandosi rapidamente ai cambiamenti, sviluppare nuove competenze e avere accesso ai giusti strumenti, con una formazione adeguata, versatile e continua, tenendo conto del ruolo di chi, in base alla normativa vigente, rimane in quel determinato ambito, responsabile del processo.
Soluzioni come l'intelligenza artificiale, la robotica, la realtà aumentata, i device tecnologici, continueranno a migliorare la nostra vita, ma comporteranno anche profondi cambiamenti nel modo di pensare e di agire di alcune professioni.
Le professioni della salute che oggi conosciamo, vivranno un periodo di trasformazione: “svolgere” una determinata attività/lavoro significherà qualcosa di molto diverso da ciò a cui siamo abituati (Skills for the Digital Transition: Assessing Recent Trends Using Big Data -2022).
L’introduzione di soluzioni, strumenti e processi tecnologici porterà come risultato, a professioni più qualificate, processi più rapidi e agili, maggiore precisione e minori rischi, ma anche migliori condizioni di lavoro, ma soprattutto maggiore autonomia di esercizio: ci troveremo di fronte a professioni della salute che supporteranno la transizione verso soluzioni tecnologiche innovative, capaci di monitorare e garantire la sicurezza di dati e informazioni, o ancor più, occuparsi di questioni etiche o inerenti le relazioni tra professionisti e tecnologie e tra quest’ultime e il paziente (McKinsey Digital - Tech at the edge: Trends reshaping the future of IT and business - 2022) / The future of jobs - World Economic Forum).
L’attento lettore comprenderà come in un contesto di così profondi cambiamenti, non potrà più esserci il tempo per confinarsi in attività tipiche ed esclusive (contestate e divisive) ma bensì in spazi condivisi di attività e responsabilità consolidando saperi inter e intra professionali.
Gli anni a venire saranno importantissimi per il decisore politico, affinché possa orientarsi non solo a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro nel SSN ma ancor più a garantire una formazione accademica con piani studio aggiornati all’evoluzione tecnologica.
Diventerà quindi sempre più importante per le Università concentrare risorse dedicate nei percorsi formativi ai diversi corsi di laurea delle professioni della salute, non intendendoli più un processo andragogico univoco e lineare, ma piuttosto come un percorso che può evolvere in una compartecipazione complementare tra i diversi saperi.
Quanto sin qui pensato, richiede una inevitabile sincronizzazione tra il mondo delle professioni nelle diverse aree, è quindi inevitabile che le professioni stesse, diventino a breve “altro” da quelle che siamo abituati a conoscere e formare. Essere pronti ad anticipare e accogliere le nuove caratteristiche dei diversi ambiti professionali e delle professioni ci aiuta a guardare con più chiarezza ai bisogni della persona, anzi dell’individuo, come sancisce l’art.32 della nostra Costituzione, muovendo passi più certi e facendo evolvere nel contempo la valorizzazione delle professioni della salute, tutte, nessuna esclusa.
Una valorizzazione a tutto tondo che coinvolga l’esperienza di chi già svolge attività core nel proprio Servizio/Reparto, ma anche coloro che rappresentano le nuove opportunità di crescita del sistema sanitario, ad esempio in ambito delle professioni della salute: l’Esperto di deep learning, Data Scientist, Data Analyst, Artificial Intellingence Specialist, Sviluppatore di Sistemi di AI, Cyber Security Specialist, tutte professionalità che non avranno necessità di un profilo “da farsi riconoscere” e che difficilmente risponderanno a logiche che sin qui hanno ingessato l’evoluzione degli attuali profili professionali delle professioni della salute: le potenzialità di nuovi strumenti apriranno nuove strade per la ricerca, approfondendo tecniche e metodi, trovando nuove soluzioni e cure, che probabilmente in passato erano in mano a poche e qualificate figure.
Per questo motivo ricerca scientifica e tecnologica hanno bisogno di avanzare in simbiosi, perché il dialogo tra queste due discipline, (così come tra professioni) fornisce punti di vista inediti, contribuisce ossia al nascere nuove specializzazioni e crea enormi opportunità di competenze avanzate (The Medical Futurist - 7 Futuristic Professions In Healthcare You Can Still Prepare For).
Ordini e Commissioni di Albo delle professioni sanitarie, saranno sempre più obbligate negli anni a venire, a tenere uno sguardo aperto nei rapporti interprofessionali di area, lo sforzo che dovranno fare (medici e professionisti della salute tutti) dovrà essere orientato al dialogo su come condividere saperi tecnologici per il bene della persona assistista abbattendo steccati/confini che sino ad oggi bene non han fatto al nostro SSN
Saverio Proia e Roberto Di Bella
05 agosto 2024
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore