Gentile Direttore,
la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è una malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata da un'ostruzione irreversibile e soggetta a frequenti riacutizzazioni nel corso dell’anno con la riduzione della capacità respiratoria, un progressivo peggioramento delle condizioni generali ed aumentata mortalità. Come riportato dall’International Respiratory Coalition (IRC), oltre mezzo miliardo di persone convive con malattie respiratorie croniche.che presentano un elevato rischio di eventi cardiovascolari gravi per circa 1 anno dopo ogni esacerbazione. In Italia si stima che soffrano di BPCO oltre 3 milioni di persone con oltre 50 mila decessi l'anno che ne fanno la terza causa di morte e con costi diretti e indiretti pari a 45,7 miliardi di euro.
Non esiste oggi una cura per guarire la Bpco, ma con gli attuali trattamenti possiamo ridurre i sintomi migliorando lo stato di salute generale e ridurre i rischi prevenendo la progressione della malattia , le riacutizzazioni e quindi il rischio di mortalità.
I farmaci più utilizzati sono i broncodilatatori, somministrati per via inalatoria; fondamentali sono anche i corticosteroidi inalatori che, associati ai broncodilatatori (triplice terapia) svolgono un ruolo cruciale per la riduzione delle riacutizzazioni che sono la causa di frequenti ospedalizzazioni.
Numerosi studi pubblicati, the Lancet nel 2018, e nel 2020 sul New England Journal of Medicine, hanno dimostrato come la “triplice terapia” (LAMA+LABA e ICS ) somministrata tramite in unico device inalatorio, oltre a migliorare la qualità di vita, riduce il tasso di riacutizzazioni con un miglior controllo dei sintomi dei pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) da moderata a severa.
L’Aifa il 1° settembre 2021 ha introdotto la Nota 99 sulla prescrizione dei farmaci inalatori per la terapia della Bpco, facendo riferimento a linee guida GOLD, da tempo modificate e ormai definite raccomandazioni. Questa nota consente la rimborsabilità dei farmaci inalatori in base ad un unico dato dell’esame spirometrico (< 0,70 del rapporto FEV1/FVC) , trascurando una valutazione completa dell’esame strumentale e ignorando la storia clinica.
Questa nota 99 consente solo a specialisti la compilazione di un piano terapeutico per la prescrizione di una associazione farmacologica (ICS + LABA + LAMA) predosata in un unico inalatore, ignorando ciò che ormai rappresenta un valore aggiunto alla luce dei trial clinici che dimostrano un impatto di questa opzione terapeutica sull’outcome più importante: la mortalità, che è stato finalmente raggiunto in ambito respiratorio e che non è possibile ignorare.
Questa impostazione sta obbligando i pazienti, generalmente anziani, con difficoltà di mobilizzazione, con scarso supporto familiare, a ricorrere a visite specialistiche solo per motivi burocratici, incrementando costi e disagi , con dilatazione dei tempi d’attesa per l’inizio della terapia (visita e prescrizione specialistica), gravando ulteriormente sulle liste d’attesa ospedaliere in direzione contraria rispetto a quanto previsto dal DM77 e dal PNRR sulla medicina di prossimità.
Attualmente Il Medico di Medicina Generale che prende in carico il paziente deve valutarlo con una spirometria semplice, eseguita nel setting della Medicina Generale, oppure, quando non disponibile, inviarlo dallo specialista operante presso strutture identificate dalle Regioni.
Modificando la Nota Aifa 99, si potrebbe concedere la libera prescrivibilità di questi farmaci anche ai Medici di Medicina Generale come già avviene in tutto il resto dell’Europa e si ridurrebbero immediatamente le liste d’attesa ospedaliere abbattendo così diseguaglianze come già fatto in Francia e Spagna.
Salvatore D’Antonio,