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Le malattie mentali, dal bisogno di cure alle “nuove” non classificate

di Emilio Cariati

28 MAG - Gentile Direttore,
le Malattie Mentali da sempre costituiscono una vera “emergenza” per la sanità, difficili da curare, per i molteplici risvolti sociali che hanno, bisogna avere la fortuna di non averci a che fare. Vengono definite “invisibili” perché scavano dentro, bisogna aumentare la sensibilità e la cultura della prevenzione cercando di saper cogliere i primi disagi in modo da poter intervenire precocemente evitando l’aggravamento nonché la manifestazione della malattia con tutte le sue variabili.

Sono malattie di cui si preferisce parlar poco quando in realtà è stata definita la pandemia nella pandemia, visto l’aumento esponenziale di malattie psichiche degli adulti e degli adolescenti, le statistiche recenti mettono in evidenza l’urgenza di non sottovalutare ma di intervenire, la Società Italiana di Psichiatria (SIP), nel corso del suo 150° anniversario in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale il 10 ottobre 2023 a Positano, afferma che “La pandemia peggiore è l’aumento delle malattie mentali, aumentate del 30% le diagnosi”. La prevalenza dei disturbi della mente sta per superare quella delle patologie cardiovascolari.

La Tecnologia nella sua crescente evoluzione, ha spianato la strada a cambiamenti che hanno stravolto ogni aspetto della nostra vita, sia come individui che nei diversi settori produttivi. Oramai cellulari e tecnologie digitali sono parte integrante nella vita di tutti noi, da strumenti di comunicazione, relazione ed informazione, sono diventati una sorta di dipendenza, che sono motivo di ansia e depressione, anche nella quotidianità prevalgono i rapporti a distanza, mediante mail, WhatsApp e ogni altra tipologia di messaggistica anziché privilegiare la socializzazione vera, dove ci si guarda in faccia, si parla e si dicono le cose col cuore, col sentimento fraterno.

Si sono annullati i rapporti umani, non c’è più vita sociale come prima. La costrizione a casa, durante il Covid, ha avuto un impatto su tutti, in particolar modo sui bambini, amplificando negli adulti nuovi modelli di vita e di vivere, basti pensare che ancora in Chiesa non ci si scambia il segno di pace, quando poi appena usciti fuori ci si abbraccia etc. Per non parlare dell’aumento della violenza, dove oramai la vita umana non ha valore, questo è un dato di fatto. I sentimenti umani non vengono vissuti come tali, sono diventati optional sembra che si sia legittimati a ogni tipo di comportamento, basti pensare il costante aumento di femminicidio o di violenza fra le mura domestica in Italia. Occorre aumentare la consapevolezza sulle malattie mentali.

Accanto alle Malattie Mentali già note, vi sono le “Nuove Malattie Mentali” dovute, ai diversi comportamenti contemporanei, vuoti di valori, di spazi sentimentali e di affettività che prima o poi sfoceranno in chissà quali altre patologie, nonché in una Società molto più fragile di quella attuale con una futura classe dirigente poco incline al ruolo, non basta avere titoli culturali o accademici bisogna avere anche titoli umani e sociali, nel riuscire a capire la Società di Oggi in tutte le sue diversità che non è facile, altro che titolo accademico. Psicologi e Psichiatri che attualmente si rincorrono nel valutare sintomi e comportamenti per dare ai giudici un orientamento nel poter decidere la sanzione, quando già vi è un alto tasso di umanità senza valori, dove vi sono comportamenti borderline, dovuti a quel vuoto che non è stato riempito da parte delle famiglie e della scuola, per cui è tutta la società a essere manchevole, bisogna necessariamente ricostruire la società iniziando dalla Scuola di ogni ordine e grado per instillare nelle famiglie germi di civiltà e di umanità, come pure deve invertire la propria didattica, dando spazio all’alfabeto della vita oramai smarrito, anziché riempire le ore di classici latini e quant’altro. Che serve dare una pergamena quale aureo titolo quando poi nella sua essenza non ha quell’humus necessario per capire la vita di oggi sempre più svuotata e orientata verso altri modelli di vita, dove tra consumismo sfrenato e valori estinti non si ha più l’essenza della vita umana e della famiglia nella sua unità, che non è fine religioso ma umano e morale, la coppia di oggi condivide momenti ma non sentimenti, condivide amore ma non cuore.

La Scuola deve porsi al centro della vita sociale facendo rete con TUTTE le altre istituzioni, per poter offrire agli alunni strumenti per decifrare questa realtà sempre più distante dai valori umani, in modo da poter aumentare la qualità della vita, perché solo dalle nuove speranze si può costruire una società diversa un po' migliore da quella attuale, questo è l’unico modo per evitare di consegnare il futuro alla violenza e al degrado sempre più prevalenti dappertutto. Devono essere attivate sinergie e strategie impensabili pur di migliorare la qualità della vita. Non è possibile lasciare alla dipendenza tecnologica intere generazioni sin dalla nascita, le quali vanno a costruire un vissuto manchevole di quella socialità fatta di relazioni vere e non virtuali, di vita vissuta improntata su dei valori e sul rispetto della vita umana.

La Scienza e la Storia insegnano che, accanto a qualunque terapia sia farmacologica che chirurgica il supporto psicologico/sociale è determinante, tale condizione bisogna porla in essere dall’inizio di qualunque evento avverso, perciò è necessario aprire le porte sia quelle fisiche che quelle umane, all’affetto e alla solidarietà, partendo dalle porte dei Pronto Soccorso che non possono chiudersi come caserme privando dall’affetto familiare la persona che, in un momento della sua vita passa malauguratamente dallo stato di salute alla malattia, è nessuno sa se quei momenti possono esser gli ultimi della sua vita senza poter dire neanche una parola al proprio congiunto, per poi vedere il personale uscire fuori e dare spazio a egregie parole di circostanza che non hanno sentimento ma solo prova di poca umanità, chi ha potere ha il dovere di far emergere la sensibilità umana dando visibilità alla deontologia professionale acquisita altrimenti si predica bene e si razzola male, diventando persone non credibili dinanzi al Popolo e alla Storia, seminando ancora di più germi di violenza e di disaffezione alla professione che ricopre.

L’Attuale Classe di professionisti che sta iniziando a coprire ruoli significativi in ambito lavorativo soprattutto nel pubblico, non ha il tessuto uguale ai colleghi precedenti andati in pensione alcuni anni or sono, per poter gestire una utenza sempre più diversificata, per cui un domani ricoprendo ruoli di responsabilità chissà come andrà a finire, i primi segnali arrivano già oggi dalla Sanità, dove in molte parti non si è costruita una scuola medica e infermieristica, coesa e all’altezza del compito, per non parlare del territorio dove c’è disperazione, fra tutte le diverse componenti di una stessa area.

Emilio Cariati
Infermiere

28 maggio 2024
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