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La sostenibilità del Ssn e l’evasione fiscale   

di Antonio Salvatore 

24 MAG - Gentile Direttore,
la Corte dei Conti ci segnala che l’autonomia differenziata e la completa attuazione del federalismo fiscale – basato in gran parte sulla spesa storica – potrebbero richiedere maggiori risorse di quelle attuali, che corrispondono a circa il 6,3% del PIL e che sono destinate al 15% delle spese correnti.

Il tutto in un contesto di previsione di crescita degli interessi passivi sul debito pubblico (il cui trend rispetto al PIL prevede un aumento dal 137,3% del 2023 al 139,8% del 2026) e di minori entrate erariali legate alle compensazioni d’imposta previste dai vari incentivi fiscali degli ultimi anni.

Pertanto, sorge l’esigenza di rinvenire ulteriori risorse necessarie a coprire il maggiore fabbisogno finanziario del sistema salute italiano. Un fabbisogno che, con ogni probabilità, aumenterà ancora di più con l’attivazione delle Case della comunità, delle COT e degli Ospedali di comunità.

Ipotizzare che il maggiore fabbisogno finanziario possa essere soddisfatto unicamente da risparmi o dall’utilizzo delle nuove tecnologie, appare esercizio poco realistico.

Occorre quindi individuare ulteriori fonti di finanziamento da attivare per tempo.

Analizzando i dati degli incassi delle Regioni e delle Province autonome dell’ultimo quinquennio, come risultanti dal sistema di rilevazione SIOPE del MEF, emerge che circa l’80% delle risorse che finanziano la sanità proviene in gran parte dalle entrate erariali (30%) e dalla compartecipazione Iva (50%). Inoltre, del 30% del gettito erariale, circa il 60% è rappresentato dall’IRAP.

Il prospetto che segue illustra il trend degli incassi delle Regioni e delle P.A. di Trento e Bolzano per la gestione sanitaria (Fonte: Sistema di rilevazione telematica degli incassi SIOPE del MEF).


E’ dunque pacifica la circostanza che le risorse per la sanità provengano in gran parte dalle imprese e che la quota maggiormente significativa derivi dal gettito IVA. E questo è un problema di non poco conto, dal momento che l’Italia detiene la maglia nera in Europa quanto ad evasione Iva.

In base ai dati ISTAT, l’economia sommersa italiana è di circa 190 mld di euro e le risorse sottratte annualmente alle casse erariali (tra tasse e contributi) ammonterebbero a circa 84 mld di euro.

Il valore dell’evasione Iva in Italia ascenderebbe a circa 14,6 mld, il doppio della Germania e circa un quarto di tutta l’UE. Dati che si commentano da soli!

Pertanto, nonostante nel biennio 2022 – 2023, gli incassi delle Regioni e delle Province autonome per la sanità siano lievitati da circa 128 a 137 mld di euro, è incontrovertibile la circostanza che le maggiori risorse per la sanità dovranno derivare anche – e soprattutto - dalla lotta all’evasione, con particolare riguardo all’Iva.

Antonio Salvatore
Direttore del Dipartimento Salute di ANCI Campania

24 maggio 2024
© Riproduzione riservata

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