Triptorelina, i rischi di una politica che dimentica l’Evidence based
di Luca Bruno
30 APR -
Gentile Direttore,nell’ultimo mese è stata pubblicata la
relazione degli ispettori del ministero della Salute sul centro di incongruenza di genere del Careggi. Tra le criticità evidenziate, la maggiore sembra essere la mancanza della valutazione del neuropsichiatra infantile per ogni singolo caso. Rattrista molto vedere la dissonanza tra un panorama scientifico mondiale che ha depsichiatrizzato questa condizione e una politica che per meri motivi ideologici spinge sempre di più verso la psichiatrizzazione.
Rispettare i criteri di prescrivibilità della Triptorelina secondo la nota AIFA del 2019 equivale a considerare psicologi, psicoterapeuti e neuropsichiatri infantili dei terapeuti riparativi che hanno lo scopo di far tornare la persona cisgender. Il loro obiettivo dovrebbe invece essere valutare la salute psicologica e la maturità emotiva e cognitiva dei minori gender variant e dare loro sostegno, anche di tipo sociale e familiare.
Ricordiamo che le terapie riparative non sono solo inefficaci e non etiche ma causano anche gravi problemi per la salute di chi le riceve in termini di suicidalità, autolesionismo, abuso di sostanze, disturbi della condotta alimentare, ansia e depressione (
Nota WPA 2016).
La settimana scorsa, i pediatri italiani hanno pubblicato un position paper sulla gestione della disforia di genere in età adolescenziale dal quale si evince chiaramente che la professionalità del neuropsichiatra infantile nel team multidisciplinare non sia richiesta né dalla WPATH, né dall’Endocrine Society che sono le società scientifiche più importanti in questo campo, poiché la valutazione neuropsichiatrica non sempre è necessaria e quando non richiesta, potrebbe comportare un ritardo nell’accesso alle cure.
Un’altra obiezione sollevata nella relazione ministeriale è che gli spazi di valutazione psicologica condivisa potrebbero influenzare la rilevazione di dati clinici importanti poiché il genitore o tutore verrebbe condizionato dalla sofferenza provata dal minore e potrebbe essere in una situazione di potenziale “ricatto emotivo”. Questi spazi sono in realtà essenziali perché al loro interno il genitore o tutore riesca a mostrare sostegno e vicinanza all’adolescente che si trova in una condizione di forte disagio e questo fa parte delle cure.
Il governo e forse le società di psicoanalisti critici verso la Triptorelina e il suo uso Evidence Based forse non hanno chiara la differenza tra Psicoterapie Affermative e Psicoterapie dette “Riparative”. La norma AIFA a loro avviso prescrive il tentativo di modificare l’identità di genere espressa dal minore ma questo non solo non è possibile ma rappresenta una violenza riconosciuta anche dal position paper della Società Italiana di Pediatria, che si riferiscono ai lavori scientifici nel merito, come quello di Forsythe e alla Nota WPA del 2016.
Tra le azioni di miglioramento, gli ispettori del ministero richiedono inoltre che venga aumentata la frequenza degli incontri per la valutazione di questi adolescenti per imporre un percorso psicoterapeutico “riparativo” (da portare a termine anche in altre strutture territoriali), tutto ciò in netta opposizione con il position paper della Società italiana di pediatria. In questo documento i pediatri consigliano di gestire l’incongruenza di genere in età adolescenziale con una valutazione suddivisa in più fasi in cui la prima è la transizione sociale di genere, che consiste nel lasciare che l’adolescente si presenti alla società come appartenente al genere esperito per consentirgli di esplorare la sua identità di genere. Questa prima fase prevede inoltre un follow up psicologico ma non un percorso psicoterapeutico vero e proprio che, se non richiesto, può essere dannoso o comportare un ritardo nell’accesso alle cure.
Infatti il rischio è quello che la Triptorelina possa essere data solo quando ormai è inutile o peggio solo a pochissimi privilegiati, dato che i centri per Minori Gender Variant sono pochissimi e già oggi hanno una lista d’attesa. Allungare la lista d’attesa significa impedire l’accesso alla Triptorelina quando è efficace. Una violenza sistematica istituzionale inaccettabile
Tutte queste imposizioni e questi ostacoli sono soprattutto figli della psichiatrizzazione della condizione di incongruenza di genere, non sono basate sull’evidenza scientifica ma sui pregiudizi e le ideologie del governo attuale e di alcuni centri di Psicoanalisi. Ci auguriamo che venga fatta marcia indietro, approvando un meccanismo efficace di Psicoterapia Affermativa, dei tempi efficaci di accesso alla Triptorelina e un aumento dei centri con tali equipe multidisciplinari in ogni ASL o almeno in ogni Provincia. Splo questo potrà davvero essere a tutela della salute di queste persone e delle loro famiglie.
Vogliamo aggiungere che questa relazione ministeriale, per noi scientificamente sbagliata, si somma alla
determina AIFA del 12 febbraio 2024 che riclassifica in fascia C (a completo carico del cittadino) il “Sandrena gel 1 mg”, Farmaco utilizzato per l’affermazione del genere femminile dalle donne transgender di tutta Italia nonché per la terapia ormonale sostitutiva (TOS) che attenua i sintomi della menopausa nelle donne cisgender. Ora le donne transgender necessitano del piano terapeutico che può essere rilasciato solo dai pochissimi medici prescrittori appartenenti agli ancora più rari centri multidisciplinari. Per ottenere il farmaco gratuitamente, coloro che non riusciranno a prenotare in tempo una visita endocrinologica (cosa probabile viste le lunghissime liste d’attesa di questi centri) saranno costrette a pagare 18 euro al mese per la dose minima giornaliera di questo farmaco.
Di fatto dovrebbe essere considerato un farmaco salvavita e comunque questa norma crea un ostacolo istituzionale che di fatto impedisce la gratuità concessa dalla nota AIFA 2020.
Mentre negli altri paesi si cerca di venire incontro alle minoranze oggetto di discriminazione, la politica italiana contribuisce a rafforzare lo stigma strutturale verso le persone transgender con provvedimenti discriminatori e punitivi.
Dott. Luca BrunoSpecializzando in EndocrinologiaSocio AMIGAY aps
30 aprile 2024
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