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Problema liste d’attesa correlato anche a inappropriatezza delle procedure diagnostiche

di Antonio Alemanno

23 NOV - Gentile Direttore,
vorrei ampliare la proposta del Dott. Zangari, Presidente della Commissione d’Albo dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica della provincia di Brescia, volta a ridurre le liste d’attesa nel settore radiologico. La proposta suggerisce un investimento nella formazione dei tecnici di radiologia per consentire loro di svolgere anche il ruolo di refertazione, aumentando così la disponibilità di operatori e riducendo i tempi di attesa per gli esami diagnostici.

Tuttavia, ritengo che il problema delle liste d’attesa sia correlato anche all'inappropriatezza delle procedure diagnostiche. Secondo i risultati di una recente review (Walther et al., 2023) [1] su circa 50.000 esami, il 40% delle TAC, il 44% delle radiografie e il 56% degli esami ecografici sono risultati inappropriati, indicando una mancata giustificazione accurata dei rischi e benefici associati. Ciò comporta uno spreco di risorse e un'eccessiva esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Pertanto, sarebbe opportuno ottimizzare il processo delineato nel D.Lgs. 101/2020 sulla radioprotezione, che prevede una procedura radiologica in due fasi: un medico prescrivente fornisce l'indicazione medica e il radiologo giustifica o nega l'esecuzione dell'intervento radiologico. Il decreto sottolinea l'importanza dell'agire multiprofessionale, la formazione specifica (art. 165) e dei medici prescriventi (art. 162), basata sulle linee guida della Legge Gelli, nonché la necessità di protocolli condivisi e PDTA raccolti in un Manuale di Qualità obbligatorio (art. 163).

In sintesi, oltre a considerare il D.Lgs. 101/2020 come un decreto sulla radioprotezione, è essenziale riconoscerlo come uno strumento per migliorare l'appropriatezza delle procedure radiologiche, diventando così una forma di "prevenzione" fondata sull’appropriatezza delle procedure radiologiche. Una volta migliorata l’appropriatezza, per le liste d’attesa ci sarebbero più tempo e risorse.

In questo scenario, il contributo del tecnico di radiologia emerge come essenziale. Ogni altra proposta rischierebbe di essere obsoleta, considerando che i nostri rappresentanti istituzionali hanno avuto tempo e opportunità per ridefinire il ruolo dei TSRM nel sistema di radioprotezione. Appare evidente che tali occasioni sono state sprecate, poiché le differenze tra il ruolo del tecnico nella vecchia normativa (D.Lgs. 187/00) e l'attuale risultano insignificanti.

Antonio Alemanno
Tecnico di radiologia, Foggia

23 novembre 2023
© Riproduzione riservata

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