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Il paradosso dei gettonisti: lavorare meno per guadagnare di più 

di Adolfo Pagnanelli

18 OTT -

Gentile Direttore,
il beneficio della flat tax, aliquota fissa del 15% fino ad un reddito di 85.000 euro, sta provocando disastri in sanità ed in particolare nei Pronto Soccorso che più di tutti ricorrono a Medici che hanno scelto questa modalità di lavoro.

In pratica su una retribuzione di €85.000 per questi Colleghi il reddito, al netto delle tasse, è di € 72.250, mentre con le normali aliquote la stessa cifra è raggiunta con un reddito lordo di € 113.820!

Normale Tassazione

Flat Tax 15%

differenza

RETRIBUZIONE LORDA

aliquota

aliquota

0-28.000

23

6.440

15

4.200

-2.240

28-50.000

35

7.700

15

3.300

-4.400

50-85.000

43

15.050

15

5.250

-9.800

Totale IRPEF

29.190

12.750

-16.440

RETRIBUZIONE AL NETTO IRPEF

55.810

72.250

16.440

Quindi calcolando una retribuzione media oraria di 85 euro, il gettonista guadagna con 1000 ore di lavoro quanto un Medico con normale tassazione guadagna con 1340 ore di lavoro. Venendo meno i benefici della Flat Tax al superamento di questa soglia, quando un dipendente, e sono ogni giorno di più, ci lascia per dedicarsi a questa modalità lavorativa in pratica “sottrae” al sistema di emergenza il 30% dell’orario: un buon modo anche per alimentare il fabbisogno di gettonisti!

Immagino che la Flat Tax sia stata pensata per favorire l’avvio di nuove attività, non per dare un contributo significativo a sfasciare il sistema dei Pronto Soccorso! Non è possibile escludere la nostra categoria da questi benefici?

E’ deprimente vedere come ad ogni livello delle istituzioni e della politica manchino impegno ed ingegno per salvare il nostro Sistema di Emergenza, pur se qualche soluzione almeno parziale sarebbe realistica, praticabile ed efficace anche per rendere più appetibile il nostro lavoro che vedo bistrattato, anche da alcuni incauti colleghi di Pronto Soccorso, ben oltre il giustificato.

Provo brevemente a riassumere qualche proposta prendendola dal dibattito tra professionisti senza soffermarmi sul tema importante, ma forse non decisivo, degli aspetti economici:

-ridurre l’orario di lavoro con ferie aggiuntive o più banalmente rendendo obbligatorio usufruire delle 4 ore settimanali dedicate alla formazione: avremmo Medici più bravi e meno stanchi;

-reinserire questa attività tra quelle considerate usuranti;

-prevedere che a 50-55 anni a chi ha lavorato in Pronto Soccorso per un periodo congruo, sia reso possibile il passaggio nelle fila dei MMG: chi ha più expertise per svolgere questa attività in particolare nelle diverse articolazioni proposte nel PNRR anche con l’obiettivo di ridurre proprio l’accesso alle strutture di emergenza?

- consentire a chi già lavora in Pronto Soccorso senza essere specialista di iscriversi alla specializzazione continuando a lavorare. Una soluzione simile a quella attuata per i MMG che dal primo anno di corso possono acquisire assistiti;

-considerare la specificità del Pronto Soccorso nell’applicazione della Legge Gelli, per ridurre il fenomeno della cosiddetta “Medicina Difensiva”, dove il Medico rischia di essere più attento al Giudice che incombe rispetto al paziente che gli sta davanti, che causa maggiori costi per il sistema e sicuramente non comporta nessun beneficio per i pazienti.

L’impressione è che si prendano decisioni in assenza di valutazioni serie su efficacia e possibili effetti negativi. Ad esempio di recente è stato deciso di concedere fondi per benefici economici destinati a chi lavora in Pronto Soccorso solo alle strutture pubbliche. Pur se è discutibile distinguere tra chi lavora nelle medesime situazioni, comunque questa scelta potrebbe anche avere un senso , ma qualcuno ha pensato cosa comporta in realtà come Roma dove Accreditati e Classificati gestiscono il 40% degli accessi in Pronto Soccorso? Non credo, per questo dico più ingegno e maggior impegno.

Adolfo Pagnanelli

Medico di Pronto Soccorso Roma



18 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

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