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Dal nostro Ddl una risposta per la libera professione intramuraria per le professioni sanitarie

di Ilenia Malavasi

27 LUG -

Gentile Direttore,
è importante che anche un esponente dell’attuale partito di maggioranza relativa si sia accorto che il presunto superamento dell’esclusività per le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica tanto sbandierato dal Ministro della Salute e riduttivamente interpretato nella sua applicazione dalle Regioni a maggioranza di centrodestra sia stato un bluff come ho già avuto modo di spiegare.

In questa direzione ho presentato, sia nel decreto bollette che nel decreto PA -insieme ai miei colleghi del gruppo PD- emendamenti volti a rendere omogeneo il diritto alla libera professione per queste professioni a quello di cui beneficiano già dirigenti medici e sanitari. Emendamenti, purtroppo, respinti sempre dal Governo.

Confermando l’impegno già espresso dal PD nella precedente legislatura, abbiamo presentato il disegno di legge AC n.1139 “Disposizioni in materia di rapporto di lavoro esclusivo degli esercenti le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, la professione ostetrica e la professione sociosanitaria di assistente sociale, dipendenti delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale".


Si tratta di una proposta di legge che non solo affronta il diritto alla libera professione ma completa l’impianto riformatore delineato dalle precedenti leggi di riforma di queste professioni, adeguandolo all’evoluzione in corso e offrendo un’ulteriore prospettiva riformatrice, riprendendo e implementando il cammino avviato con coraggio e dai primi Governi di centrosinistra che riuscirono a varare le prime leggi, votate all’unanimità, cioè la 42/99 e 251/00, avviando così la straordinaria discontinua stagione delle riforme per queste professioni.

La motivazione di questo disegno di legge parte dalla considerazione che in questi ultimi decenni l'azione del Parlamento, del Governo e delle Regioni, pur avviando un processo di profonda riforma di tali professioni, in ambito formativo e ordinamentale, non abbia ancora perfezionato e sviluppato in modo funzionale la valorizzazione dei professionisti.

Proprio perché il processo di riforma delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche e tecniche, della riabilitazione e della prevenzione è stata ed è la maggiore e più discontinua novità nell'organizzazione del lavoro in sanità. Questo progetto di legge stabilisce che si adegui a questa raggiunta e conquistata evoluzione formativa e normativa anche lo stato giuridico del personale appartenente a queste professioni, dipendenti delle aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale.

Pertanto in questo ddl si prende atto che la complessità delle competenze, delle funzioni e delle responsabilità di queste professioni, in crescita dinamica ed esponenziale in relazione all'evoluzione scientifica, tecnologica, formativa e ordinamentale del SSN, rende necessario e non rinviabile un intervento normativo per garantire a questi professionisti le stesse modalità previste per le professioni sanitarie normate nella dirigenza e cioè il sistema degli incarichi professionali previsto per ogni professionista, rinnovabile senza limite temporale, salvo valutazione negativa o soppressione dell'incarico, nonché il diritto ad esercitare l'attività intramoenia, non sussistendo più alcuna motivazione che giustifichi la loro discriminazione. E questo nel recente CCNL del comparto sanità si è cominciato ad attuare ma, come è per la dirigenza medica e sanitaria è necessaria una norma che lo garantisca ope legis e non per concessione della controparte.

Convinti che non si debba avere un pregiudizio ideologico sull’argomento stiamo non considerando l'intramoenia il «male assoluto» bensì, se ben organizzato e gestito, come in Emilia-Romagna, una risorsa per il sistema, i cittadini e gli operatori.

Questo nostro ddl affronta l’estensione a queste professioni. Una proposta tesa ad assicurare un corretto ed equilibrato rapporto tra l'attività istituzionale e quella libero professionale proprio garantendo un volume di prestazioni superiore a quello assicurato per i compiti istituzionali rispetto a quelli della libera professione. L’auspicabile approvazione di questo disegno di legge da parte del Parlamento potrebbe essere, pertanto, una delle risposte dovute agli infermieri e agli altri professionisti della salute per la loro valorizzazione ed il riconoscimento del ruolo insostituibile ed eccezionale che hanno dimostrato nella recente tragedia della pandemia.

Ilenia Malavasi,
Deputata del Pd e componente della commissione Affari Sociali



27 luglio 2023
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