Gentile Direttore,
il problema del ricorso a strumenti coercitivi, limitanti la libertà della persona, è purtroppo diffuso nel contesto sanitario, dagli ospedali alle residenze sanitarie. Al di là della dimensione quantitativa, la psichiatria è da sempre punto di riferimento di tale approccio coercitivo. Lo era all'epoca dei manicomi perché le veniva chiesto di “diagnosticare” la pericolosità ed il pubblico scandalo, lo è ancora oggi perché titolata ad emettere il trattamento sanitario obbligatorio, in genere ospedaliero, eseguito presso un servizio psichiatrico di diagnosi e cura.
Il problema giunge all'attenzione dell'opinione pubblica quando, purtroppo frequentemente, si verifica la morte di una persona contenuta.
Non esistono dati relativi alla dimensione del fenomeno contenzione. Secondo l'ultimo studio disponibile (progres acuti del 2003) il 73,3% degli Servizi psichiatrici di diagnosi e cura dichiarava di ricorrere alla contenzione meccanica con un range nel numero di contenzioni che andava da 1a 307, mentre le porte erano tenute chiuse nel 73,9%
Lo scorso anno è stato recepito dalla conferenza Stato Regioni un accordo che finanzia programmi regionali volti al superamento della contenzione meccanica nei servizi per la salute mentale.
Al contempo la vicinanza di un operatore può svolgere la funzione di rassicurare e ricostruire una relazione empatica e di fiducia che consenta nel minor tempo possibile di togliere la contenzione. In secondo luogo, viene richiesto che in caso di contenzione si attivi un audit multi-professionale e multi-servizio allo scopo di individuare le criticità organizzative e professionali che hanno concorso al causare la contenzione ed i cambiamenti che se messi in atto hanno alta probabilità di evitare il ripetersi di tale evento avverso.
Lo studio verrà svolto nell'ambito dell'iniziativa europea FOSTREN (Fostering and Strengthening Approaches to Reducing Coercion in European Mental Health Services).
Il problema degli interventi coercitivi è infatti diffuso in Europa e nel Mondo. E più volte organismi europei hanno sollecitato l'Italia a migliorare il suo approccio alla questione.
L'accordo Stato-Regioni citato avrebbe dovuto recepire, oltre al finanziamento, anche le raccomandazioni per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale proposte dal Ministero della Salute, ma purtroppo il documento risulta tuttora incagliato presso lo specifico tavolo tecnico interregionale. Presso il quale sono stati proposti pareri molto discordanti, tali da far dubitare che tale documento vedrà mai la luce.
È auspicabile che si trovi al più presto un accordo, seppur parziale, che consenta di procedere sui punti che il Club spdc ha indicato sin dallo scorso anno come indispensabili. https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=103436
Essi sono il monitoraggio delle contenzioni e la formazione degli operatori. Auspichiamo che il gruppo tecnico interregionale approvi al più presto almeno queste due raccomandazioni, in modo che tutte le Regioni passino alla fase operativa.
Nel frattempo, parte la ricerca promossa da ISTC-CNR e Club SPDC No Restraint, i cui primi risultati saranno disponibili dal mese di ottobre.
Raffaella Pocobello
ISTC-CNR
Giovanni Rossi
Club SPDC No Restraint