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Calenda e le liste d’attesa

di Licio Iacobucci

10 MAR - Gentile Direttore,
non mi occupo di politica, ma quale maturo operatore della sanità che ha avuto anche qualche incarico gestionale non posso fare a meno di entrare nel merito della proposta di Calenda di finanziare l’utilizzo dell’intramoenia per smaltire le liste di attesa per le visite ambulatoriali (costo stimato di 2 miliardi), affidando alle strutture accreditate gli esami diagnostici (costo stimato di 7,8 miliardi) e riorganizzando il processo, affinché siano le ASL a pagare le visite in intramoenia presso le strutture accreditate.

Nel merito evidenzio che già esiste uno strumento per aumentare il numero delle prestazioni ambulatoriali nelle strutture del SSN, l’attività aggiuntiva da svolgere al di fuori dell’orario di servizio e remunerata con apposita tariffazione.

L’attività aggiuntiva però è poco utilizzata per motivi di bilancio e scarse risorse economiche dedicate. Pertanto ritengo che invece di finanziare progetti nuovi che comunque hanno tempi lunghi legislativi, di attuazione e organizzazione, sarebbe meglio finanziare una norma già attiva, rodata, quale l’attività aggiuntiva, che in realtà viene parzialmente attuata per la mancanza di risorse.

Certo i miliardi indicati da Calenda sono tanti, però qualora il governo li volesse finanziare nell’attività aggiuntiva nel SSN, quella aumenterebbe dal giorno successivo senza necessità di decreti attuativi e aspetti organizzativi e funzionali particolari.

Anche riguardo alle strutture private accreditate, non è necessario trovare altre strade, ma semplicemente aumentare budget per le prestazioni ambulatoriali, ma certamente anche questa scelta prevede ulteriori finanziamenti da parte del Governo.

Detto questo potrebbe sembrare detto brutalmente che il problema è rappresentato solo dai i soldi, ma non è così. C’è da dire però che abbattere le liste di attesa è un problema atavico e molto difficile da affrontare e risolvere, poiché ogni volta che in una struttura si aumenta il numero delle prestazioni ambulatoriali, immediatamente l’attesa diminuisce, ma dato il maggior afflusso verso quel centro per i ridotti tempi di attesa, progressivamente la lista di attesa si allunga di nuovo e il ciclo ricomincia.

Il problema delle liste di attesa è veramente complesso e le soluzioni non stanno nel cassetto, ma ci vuole un profondo ripensamento organizzativo, funzionale e non ultimo economico del SSN, in quanto né il semplice aumento del personale tra l’altro non semplice, né il finanziamento di nuove risorse economiche possono sic et simpliciter risolvere il problema delle liste di attesa.

Dott. Licio Iacobucci
Già Direttore di U.O.C. di Radiodiagnostica e Direttore di Dipartimento Diagnostico e dei Servizi

10 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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