Gentile Direttore,
desidero replicare a quanto apparso il 14 ottobre u.s. su Quotidiano Sanità nell’articolo “Medici di famiglia contro i pediatri. Snami: non siamo i vostri tappabuchi”. È davvero imbarazzante evidenziare ai colleghi MMG iscritti allo Snami che il presidente nazionale, Testa, ed il segretario nazionale, Brescia, hanno un vuoto di memoria e dimenticano quanto prevede l’Accordo Collettivo Nazionale che hanno siglato alcuni mesi fa.
L’art.44 comma 2 indica chiaramente che il calcolo per la determinazione degli incarichi dei medici di assistenza primaria ad attività oraria viene determinato sulla base di tutta la popolazione di riferimento, inclusa quella in età pediatrica.
Quindi nessun “ruolo di tappabuchi dei pediatri“, ma semplicemente la mera osservanza di quanto previsto dalle norme contrattuali della loro categoria professionale.
Pur tuttavia i pediatri di famiglia sono sempre stati disponibili a supportare i servizi di continuità assistenziale sia nell’effettuare consulenze specialistiche di secondo livello, sia nel condurre ambulatori per la gestione dei codici bianchi e verdi in prossimità di presidi ospedalieri, nei giorni prefestivi e festivi.
In molte regioni d’Italia la pediatria di famiglia ha definito, nell’ambito degli accordi integrativi regionali, dei modelli virtuosi di collaborazione con i colleghi del ruolo unico di assistenza primaria ad attività oraria, proprio per ribadire il principio della continuità dell’assistenza ai propri pazienti e ciò ha determinato un notevole risparmio per le Regioni che li hanno attuati.
Siamo disponibili, nel prossimo Accordo Collettivo Nazionale, a concertare nuovi modelli organizzativi, complementari all’attività del medico del ruolo unico di assistenza primaria ad attività oraria nella fascia diurna dei giorni prefestivi e festivi, le cui modalità operative vanno concordate.
Ciò consentirebbe di eliminare quelle palesi diseguaglianze che di fatto determinano un’offerta assistenziale diversa per i bambini italiani, a seconda della regione di appartenenza.
Una volta istituite le Aggregazioni Funzionali Territoriali in tutto lo stivale decideremo insieme chi fa cosa, perseguendo l’unità dei medici del sistema delle cure primarie, ma nel pieno rispetto del ruolo di ciascuno.
Antonio D’Avino