Gentile Direttore,
ad un passo dalla consultazione del 25 Settembre e mentre i vari contendenti si sfidano a colpi di spot elettorali sui "super inflazionati" fronti di tasse, economia e lavoro, oltre che sulle "new entries" ambiente, cambiamenti climatici, energia e bollette, non una sola parola continua ad esser proferita dalla classe politica italiana sulla "fuga dei cervelli".
Si tratta di una profusa e ultratrentennale emorragia di competenze, qualificazioni ed intelletti che, pur formatisi nel nostro Paese, continuano ad alimentare il progresso tecnologico, scientifico ed economico delle Nazioni che li accolgono. A tal proposito, mentre le Donne e gli Uomini di Scienza tedeschi, francesi, inglesi e statunitensi insigniti di Premi Nobel li vincono quasi sempre all'interno dei rispettivi Paesi, le italiane e gli italiani li conseguono nel 60% dei casi al di fuori dai confini nazionali!
Ciò fa il paio con il risibile 1% e poco più del PIL investito in ricerca e sviluppo, che fa dell'Italia una vera e propria "cenerentola" in Europa, nonostante l'eccellente livello della nostra Comunità Scientifica, la quale si attesta all'ottavo posto su scala globale per la qualità della produzione scientifica.
Giovanni Di Guardo