Gentile direttore,
la legge sul primo soccorso approvata dal Parlamento nel 2021 è tra le più avanzate d’Europa e introduce elementi aggiornati e innovativi per migliorare la risposta all’arresto cardiaco: la formazione a scuola, la sensibilizzazione dei cittadini, la tutela legale per il soccorritore occasionale che usa il Defibrillatore Automatico Esterno (DAE), la maggiore diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici, l’introduzione di mappe per geo-localizzarli, l’obbligo per il 112/118 di fornire al soccorritore occasionale le istruzioni per iniziare il massaggio cardiaco e usare il DAE prima dell’arrivo dell’ambulanza.
Per dare piena efficacia e concretezza a questi strumenti, che si ispirano alle più aggiornate linee guida europee sulla rianimazione cardiopolmonare recentemente pubblicate dallo European Resuscitation Council (ERC), sono necessari decreti attuativi, su cui il Governo è al lavoro, che coniughino lo spirito originario della legge con soluzioni applicabili ed efficaci.
Un tassello fondamentale riguarda l’integrazione tra tutte le attività previste e l’ente preposto alla gestione delle emergenze territoriali, cioè le centrali operative 112/118, che consenta, per esempio, di applicare in modo omogeneo in tutta Italia una delle principali novità introdotte dalla legge, ovvero l’obbligo di fornire ai cittadini che chiamano per segnalare un’emergenza, le istruzioni per riconoscere un eventuale arresto cardiaco e, nel caso, per intervenire con le semplici manovre salvavita come il massaggio cardiaco. Molte centrali operative del 112/118 sono già in grado di guidare telefonicamente (in voce o video) chi chiama e di fornire anche indicazioni sui DAE più vicini.
Con i decreti attuativi si dovrà “standardizzare” un modello unico di istruzioni da fornire ai cittadini che sia uniforme per tutte le Regioni italiane. Altrettanto importante è l’introduzione della applicazione per smartphone che permetta di richiedere aiuto ai volontari che si trovino nelle vicinanze della vittima: è fondamentale che tale strumento sia lo stesso su tutto il territorio nazionale. La moltiplicazione campanilistica delle applicazioni le renderebbe inefficienti perché valide solo localmente.
Altri aspetti importanti su cui i decreti dovranno intervenire sono la messa in atto del piano di diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici, per cui è previsto un investimento di 10 milioni di euro nei prossimi 5 anni e la realizzazione di una mappa unica e nazionale per geo-localizzare i DAE sul territorio che è strettamente legata anche all’obbligo per i soggetti privati e pubblici che possiedono i defibrillatori di registrarli alle centrali operative del 118. Tutto questo sarebbe facilitato dalla disponibilità di un registro epidemiologico degli arresti cardiaci.
Da non tralasciare inoltre le dovute misure di controllo sull’effettiva applicazione delle misure già previste come l’obbligo di installare i DAE per i centri sportivi, le palestre e le piscine utilizzati da società e associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche.
Tutto ciò contribuisce, nel pieno rispetto dello spirito della legge, a creare un sistema per salvare vite in cui il 112/118, la società e i singoli cittadini sono alleati.
Fondamentale in tal senso è dare seguito a uno dei punti più importanti della nuova normativa, ovvero l’introduzione a scuola della formazione sul primo soccorso. Con Italian Resuscitation Council, associazione scientifica composta da medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare, siamo già impegnati con diversi istituti scolastici in progetti educativi che, anche grazie all’utilizzo di strumenti digitali come applicazioni, giochi e realtà virtuale, insegnano ai ragazzi le manovre salvavita e più in generale la cultura del primo soccorso.
L’auspicio è che l’insegnamento delle manovre salvavita diventi un punto fermo del programma scolastico, come già prevede la nuova legge, e contribuisca a creare nelle generazioni più giovani una nuova cultura del primo soccorso.
Silvia Scelsi