Gentile Direttore,
lo scorso febbraio le Regioni hanno inviato al livello centrale la propria declinazione delle linee di finanziamento delle strutture territoriali del PNRR, con particolare riguardo alle Case della Comunità e agli Ospedali di Comunità. Abbiamo ritenuto utile mettere a punto una metodologia di verifica della coerenza programmatoria delle scelte fatte dalle Regioni partendo da una analisi di quelle della Regione Marche contenute nella DGR 114/2022. Si tenga presente che le Marche hanno un milione e mezzo di abitanti, 5 Province, 13 Distretti e una Azienda Sanitaria Unica Regionale con 5 Aree Vaste, senza autonomia giuridica, e cioè una per provincia.
Abbiamo in particolare ritenuto utile verificare:
· la presenza di criteri espliciti e verificabili di allocazione delle strutture;
· la chiara definizione del rapporto tra le nuove strutture e quelle già esistenti (Case della Salute e Ospedali di Comunità);
· una distribuzione omogenea nel territorio delle strutture.
Per quanto riguarda i criteri utilizzati per la identificazione dei siti non è fornito dalla DGR alcun riferimento metodologico per cui la presentazione del programma alle Comunità locali avvenuto pochi giorni prima della sua approvazione è stato mero esercizio formale.
Per quanto riguarda la chiara definizione del rapporto tra le nuove strutture e quelle già esistenti (Case della Salute e Ospedali di Comunità) la DGR non fa alcuna affermazione esplicita, per cui le elaborazioni di seguito fornite sono state ricavate sulla base di dati acquisiti da altre fonti.
Per quanto riguarda il punto centrale della programmazione della distribuzione geografica delle strutture, partiamo dalle Case della Comunità. Nelle Marche era stata a suo tempo prevista una rete di 41 Case della Salute di cui era necessario tenere conto nel definire gli investimenti previsti dal PNRR. Su questa base la Regione Marche ha innestato le sue 29 Case della Comunità prevedendo la realizzazione di 18 nuove Case della Comunità, 6 interventi in ex Case della Salute già attive e 5 interventi in ex Case della Salute programmate ma non ancora realizzate.
Si arriva così nelle Marche a 59 Case della Comunità, pari ad una ogni 26.165 abitanti (comprese le 20 Case della Salute a suo tempo previste e non realizzate).
La distribuzione nel territorio delle 59 strutture (di cui non si specifica quali sarebbero HUB e quali Spoke) è straordinariamente disomogenea passando da un distretto con una CdC ogni 13.206 abitanti ad uno con una CdC ogni 69.499 abitanti. Se si sposta l’attenzione sulle province le differenze si riducono, ma rimangono comunque significative ed eccessive: nella provincia di Ancona, per esempio, viene prevista una CdC ogni 22.799 abitanti mentre nella provincia di Fermo viene prevista una CdC ogni 35.125, il 54% in meno. Per il dettaglio sulla programmazione delle CdC nelle Marche si rimanda qui.
Per quanto riguarda la programmazione degli Ospedali di Comunità, la rete degli OdC delle Marche era nata nel 2013 con 13 strutture in occasione della riconversione di altrettanti piccoli ospedali. L’anno dopo la Regione Marche aveva riconosciuto altri tre Ospedali di Comunità come già esistenti e funzionanti. Per cui, prima del PNRR, nelle Marche era stata prevista la realizzazione di 16 OdC di cui uno non ancora attivato. In questa situazione la Regione Marche con le risorse del PNRR e con altre risorse nazionali ha previsto la realizzazione di 7 nuovi Ospedali di Comunità e la ristrutturazione di altri 4. Gli interventi coinvolgeranno un complessivo di 289 posti letto, ma quelli effettivamente aggiuntivi (rispetto all’esistente) saranno 210. Sommando i posti letto nuovi e quelli vecchi alla fine del 2026 avremo nelle Marche circa 38,5 posti letto ogni 100.000 abitanti, ipotizzando che tutto quanto previsto venga realizzato. Si tratterebbe di un risultato molto positivo che avvicinerebbe le Marche all’obiettivo ministeriale che è di 40 posti letto per 100.000 abitanti.
I problemi sono invece relativi alla distribuzione di questi posti letto perché si registrano differenze importanti fra i distretti sanitari e fra una Area Vasta e l’altra. Le differenze più intollerabili si registrano fra i distretti sanitari: al distretto di Senigallia vengono assegnati 10,1 posti letto di OdC ogni 100.000 abitanti mentre a quello di Urbino ben 105,7. Dieci volte tanto. Lo stesso distretto sanitario, quello di Urbino, riceve oltre un quarto di tutte le risorse del PNRR per gli OdC. Se allarghiamo un po’ lo sguardo la situazione non cambia molto. Infatti, differenze significative rimangono anche fra le diverse Aree Vaste: nell’Area Vasta di Ascoli Piceno la dotazione a regime dei posti letto sarà di 19,0 per 100.000 abitanti mentre nell’Area Vasta di Macerata la dotazione sarà di 52,6 posti letto, quasi il triplo dell’area vasta meno dotata. Per il dettaglio sulla programmazione degli OdC nelle Marche si rimanda qui.
Queste semplici verifiche evidenziano il rischio che la programmazione regionale delle nuove strutture territoriali del PNRR in assenza di idonei controlli potrebbe essere anche fortemente incoerente con il principio delle equa distribuzione territoriale, il che sarebbe in evidente contraddizione con la tipologia di servizi in questione.
Franco Pesaresi
Claudio Maria Maffei
Coordinatore Scientifico Chronic-on