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Tutte le difficltà della “Piramide dei ricercatori”

di Associazione Ricercatori in Sanità

31 GEN - Gentile Direttore,
le scriviamo in merito alla prima applicazione della cosiddetta Piramide del Ricercatore tramite la quale sono stati contrattualizzati a tempo determinato ricercatori sanitari e collaboratori di supporto alla ricerca che prestano servizio negli IRCCS-IZS pubblici distribuiti sul territorio italiano da 5-30 anni.
 
A due anni dalla prima firma dei contratti (dicembre 2019), gran parte degli IRCCS-IZS pubblici non ha ancora definito i sistemi di valutazione annuale e di premialità, come previsto dal CCNL Comparto - Area Ricerca (rispettivamente art. 8 e 13) col quale sono state inquadrate le più svariate figure professionali (biologi, statistici, farmacisti, bibliotecari, ingegneri, fisici, chimici, psicologi, amministrativi, etc) che si occupano di ricerca sanitaria pubblica.
 
L’individuazione dei fondi, dei criteri e delle modalità di erogazione della premialità sono state demandate alla contrattazione locale che, però, non è ancora iniziata in troppi Istituti oppure è cominciata ma non ancora conclusa per la difficoltà di definizione dei relativi fondi e/o di accordo tra le parti sui criteri premianti. La premialità del personale assunto con il contratto Piramide non grava sui fondi destinati al personale coinvolto nell’assistenza ma richiede uno stanziamento annuale specifico.
 
Alla luce di questa situazione, che grava ulteriormente sul personale che ha firmato un contratto a tempo determinato dopo anni o decenni di servizio e che in molti casi prevede una sostanziosa diminuzione stipendiale rispetto ai contratti precedentemente in essere nei medesimi Istituti per le medesime mansioni, chiediamo gentilmente al Ministero della Salute di approfondire con le amministrazioni la costituzione dei fondi per erogare tale premialità e di riprendere gli incontri con le OO.SS. firmatarie del CCNL.
 
Chiediamo, inoltre, alle amministrazioni e alle RSU di considerare nei criteri del sistema di premialità almeno le stesse voci richieste dal Ministero della Salute al personale di ricerca come da DM del 20 novembre 2019, n. 164: pubblicazioni scientifiche, grant, brevetti, start-up. Ricordiamo l’importanza di tali attività, non solo per l’innovazione scientifica, la sua applicazione nel contesto sanitario e la sua diffusione ma anche come fonti di proventi per le amministrazioni IRCCS-IZS pubblici.
 
Sottoponiamo all’attenzione delle amministrazioni e delle RSU degli IRCCS-IZS pubblici anche un secondo punto: i concorsi per l’assunzione di nuovi ricercatori sanitari e collaboratori di supporto alla ricerca. Il relativo DPCM è, infatti, disponibile dal 22 Giugno 2020 e ancora troppi IRCCS-IZS non hanno provveduto all'apertura dei bandi. Ricordiamo che tali concorsi sono particolarmente attesi dal personale di ricerca che non è riuscito a beneficiare del comma 432 della 205/2017 nonostante stia prestando servizio presso IRCCS-IZS pubblici da lungo tempo, anche decenni, sotto le più bizzarre forme contrattuali.
 
Infine, ci permettiamo di ricordare che circa il 20% del personale assunto in prima applicazione della 205/2017 ha abbandonato prima dei due anni la ricerca sanitaria pubblica. Gli Istituti necessitano, quindi, urgentemente di personale e di garantire la voce di premialità come previsto da CCNL per poter mantenere il progresso e l’innovazione che il Paese richiede agli IRCCS-IZS pubblici.
 
Rinnovando la richiesta di condivisione della visione sulla ricerca sanitaria pubblica col Ministero della Salute e col Ministero della Pubblica Amministrazione, ringraziamo le istituzioni e i lettori per l'attenzione che vorranno porre sull'innovazione del SSN sempre tanto osannato e poco attenzionato.
 
Associazione Ricercatori in Sanità – Italia (ARSI)

 

31 gennaio 2022
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