Emergenza. Un unico sistema gestionale, territorio-ospedale
di Emanuele Cosentino
17 GEN -
Gentile Direttore,
nell’attesa dell’approvazione di una vera riforma da parte da parte del Parlamento nazionale (tra i progetti di legge - pdl - in campo anche quello della Sen. Castellone che appare il più soddisfacente) anche in Sicilia è stato presentata all’Assemblea Regionale una proposta di legge per la riorganizzazione dell’emergenza sanitaria territoriale-118 e per una gestione operativa globale dell’emergenza.
Da tempo ormai appare necessaria una modernizzazione efficace dell’attuale sistema territoriale e di una sua più adeguata integrazione alla rete di Emergenza e ai Pronto Soccorso (P.S). Il progressivo e esagerato aumento degli interventi direttamente sul territorio, ulteriormente complicati sia dall’errata applicazione in Italia del NUE 112 che dalla gravissima e progressiva carenza di tutto il personale sanitario e tecnico e in ultimo dalla pandemia, che ancora incombe, continuano a oberare quello che viene comunemente chiamato 118, ma anche gli stessi Ospedali.
Occorre recuperare mezzi, risorse umane ed economiche.
Serve una regia unica, con una guida in capo alle ASP, del servizio di soccorso territoriale, una più adeguata e ravvicinata presenza e conoscenza del territorio.
Solo così, puntando sull’efficienza, sulla riduzione dei tempi nei soccorsi, sulla presenza dei medici sul territorio, già dalle ambulanze, si potranno salvare più vite e avere una assistenza più efficace per i cittadini.
Il SUES 118 (Sistema Urgenza Emergenza Sanitaria) è da riformare, anche partendo dalla proposta di legge regionale in discussione: dalla Sicilia come modello da estendere poi in tutto il Paese.
La sua attuale composizione composta dalle Centrali Operative (C.O), dall’Elisoccorso, dalle Aziende Sanitarie Provinciali e da SEUS è da rivedere guardando a un sistema che parta dalle Asp con una sinergia funzionale con l’Ospedale. Il modello organizzativo, che la pdl regionale intende proporre, pone l’attenzione alle risorse umane, ed è finalizzato alla “Continuità delle cure” in un sistema integrato SUES 118 e PS/Dipartimento Emergenza Accettazione (DEA).
L’obiettivo è realizzare, in una logica di rete, l’integrazione delle strutture, dei servizi, delle figure professionali e delle professionalità del sistema di emergenza in modo da fornire una risposta completa ed efficiente al cittadino per una presa in carico globale della persona, partendo dall’istituzione di un “Dipartimento funzionale territorio ospedale del sistema dell’urgenza-emergenza sanitaria”, al quale afferiscano sia i Dipartimenti strutturati in Unità Operative Complesse provinciali dell’Emergenza Territoriale con annesse le Centrali Operative 118, sia i Dipartimenti di Emergenza ospedalieri con i P.S., tutte U.O.C.
Sotto l’aspetto organizzativo si avrebbe:
- unica direzione gestionale funzionale del sistema;
- una ravvicinata presenza e conoscenza del territorio provinciale con l’unificazione gestionale ed operativa della emergenza territoriale ed ospedaliera, con dei protocolli individuali ma condivisi tra SUES-118 e PS per una reale continuità territorio-ospedale e con una gestione unica in ambito di bacino;
- la possibilità di compensare eventuali carenze di personale, pur mantenendo la specificità dei ruoli, anche grazie al transito alla Dirigenza Medica del personale medico che ne faccia richiesta superati i cinque anni di attività di servizio o se in possesso di una specializzazione equipollente o affine alla Medicina d’urgenza. Così da rimuovere i conseguenti conflitti di competenza tra le due figure (medico ospedaliero e medico convenzionato territoriale) quotidianamente preposte alla gestione dell’emergenza che condividono percorsi simili, ma con due sistemi che spesso “non si parlano”, non comunicano tra loro;
- una maggiore possibilità di programmazione dei servizi per esigenze organizzative stagionali/programmate, dei trasferimenti non urgenti, migliorando la performance assistenziale delle reti tempo-dipendenti, in quanto fattori determinanti sugli esiti, dei trasferimenti secondari urgenti, considerato che l’organizzazione del SUES-118, già direttamente connessa alla rete ospedaliera, si farebbe carico del trasferimento dei pazienti sia in autopresentazione ai PS/DEA che dopo trattamento. Fermo restando l’incremento adeguato di personale e mezzi di soccorso.
L’applicazione di questi punti consentirebbe di raggiungere l’obbiettivo di realizzare un ruolo omogeneo tra Emergenza pre-ospedaliera e ospedaliera, assicurando una presa in carico unica e completa del paziente in fase critica.
Si potrà promuovere così una “empatia sinergica” tra gli operatori del setting territorio-ospedale e utilizzare risorse già adeguatamente formate per l’esecuzione dei trasferimenti secondari, sia programmati che in urgenza, riducendo la settorialità operativa e facilitando la condivisione dei percorsi diagnostico-terapeutici (PDTA) in tutte le fasi del soccorso dal domicilio all’ospedale, rivolgendosi così ad una sola area dell’emergenza-urgenza.
Tale organizzazione trasformerebbe l’emergenza territoriale in un modello virtuoso di assistenza alla popolazione connesso alla rete ospedaliera per i trasferimenti secondari urgenti dai presidi ospedalieri. Un nuovo modello nel quale alla chiamata del cittadino, si affiancherà la “chiamata” della rete ospedaliera per i trasferimenti secondari urgenti. Tutto ciò presuppone un correttivo sul numero dei mezzi presenti nel bacino e la relativa medicalizzazione che chiaramente dovrà essere rapportata al territorio di competenza e all’HUB di riferimento, nonché al maggior carico di lavoro derivante dai trasferimenti secondari urgenti. Diventa imprescindibile la medicalizzazione delle ambulanze in numero sufficiente tale a garantire sia il soccorso primario che il secondario urgente.
Il sistema dell'urgenza-emergenza sanitaria è una rete clinico-assistenziale strutturata il cui modello organizzativo assicura la presa in carico del paziente mettendo in relazione, con modalità formalizzate e coordinate, professionisti, strutture e servizi che erogano interventi sanitari di tipologia e livelli diversi nel rispetto della continuità assistenziale e dell’appropriatezza clinica e organizzativa. La rete individua i nodi e le relative connessioni definendone le regole di funzionamento, il sistema di monitoraggio, i requisiti di qualità e sicurezza dei processi e dei percorsi di cura, di qualificazione dei professionisti e le modalità di coinvolgimento dei cittadini.
La riorganizzazione dei processi di cura nel disegno di rete presuppone la collocazione del paziente al centro del sistema, in un continuum assistenziale che snodandosi lungo un percorso diagnostico-terapeutico tarato sui bisogni reali, richiede il coinvolgimento e il coordinamento di professionisti e servizi diversi.
La standardizzazione dei percorsi di cura all’interno delle Reti Cliniche del sistema di urgenza-emergenza organizzato in un modello dipartimentale, si traduce nell’incremento della tempestività e dell’appropriatezza degli interventi terapeutico-assistenziali, realizzando il complessivo incremento della qualità e della sicurezza delle cure accompagnato al contenimento dei costi correlati. È di tutta evidenza che, all’interno di uno scenario caratterizzato dalla scarsità di risorse economiche e finanziarie, la riorganizzazione delle Reti Cliniche che interessano l’area della emergenza-urgenza, territorio e ospedale, strutturata in dipartimento, offre la possibilità di attuare un buon livello di efficientamento del sistema, accentrando le tecnologie più costose e le prestazioni a maggior complessità assistenziale nei poli di eccellenza e riallocando le tecnologie e gli interventi a minore complessità presso gli ospedali di base.
Il coordinamento dei processi gestionali intra ed extraospedalieri, non sono sufficienti a garantire una reale integrazione dell’assistenza che inevitabilmente passa anche dalla empatia degli operatori. Infatti il capitale umano è la risorsa più preziosa che esiste all’interno del sistema dell’emergenza, quindi da valorizzare. La possibilità di inversione dei ruoli e l’appartenenza ad un unico sistema gestionale, territorio-ospedale, permetterebbe, favorirebbe, appunto, quella reale empatia necessaria alla condivisione dei percorsi.
Emanuele Cosentino
Responsabile nazionale emergenza-urgenza (118) della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu
17 gennaio 2022
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