Indagine sulla distribuzione diretta farmaci: vogliamo essere ascoltati anche noi
di R.Di Turi, A.Cavaliere, F.Venturini
17 GEN -
Gentile Direttore,
l’11 gennaio u.s., la commissione Affari Sociali della Camera ha proposto
un’indagine conoscitiva in materia di «distribuzione diretta» dei farmaci per il tramite delle strutture sanitarie pubbliche e di «distribuzione per conto» per il tramite delle farmacie convenzionate con il servizio sanitario nazionale e attuazione dell’articolo 8 del decreto legge n. 347 del 2001 (legge n. 405 del 2001).
Il documento della Commissione riporta a nostro avviso notevoli inesattezze (soprattutto riferite a “presunti sprechi e disagi”), tralasciando casualmente i numerosi, concreti e dimostrabili vantaggi derivanti da studi scientifici indipendenti che riportano che la distribuzione diretta dei farmaci ha determinato, sia a livello economico che assistenziale, negli ultimi 20 anni, la sostenibilità del sistema e dei pazienti più critici con un preciso controllo degli sprechi e assicurazione dell'appropriatezza prescrittiva generando quelle risorse necessarie per il trattamento con i farmaci innovativi e personalizzati ad alto costo.
I pazienti coinvolti in questo processo sono, è bene ricordarlo, prevalentemente trattati con terapie innovative di prescrizione specialistica, farmaci orfani (spesso acquistati all’estero) e/o farmaci oncologici, che necessitano di un accesso ricorrente presso la struttura specialistica e quindi di attento controllo dell’efficacia e sicurezza delle cure, del monitoraggio della persistenza terapeutica, di counselling che deve esser svolto da professionisti con una particolare formazione Universitaria (Laurea -Specializzazione) a garanzia della qualità dell’assistenza.
Il tutto garantito, da oltre un ventennio, grazie alla generosa e attenta attività professionale dei dirigenti farmacisti pubblici del SSN che tra le numerose funzioni svolgono ad “isorisorse” tale attività.
Si sostiene ancora nel testo che il pur riconosciuto notevole risparmio derivante dalla minore spesa per l’acquisto sarebbe neutralizzato da non meglio specificati costi “sommersi”, così che sul piatto della bilancia al certo minor costo a carico del bilancio dello Stato dovrebbe essere ponderata una serie di elementi definiti svantaggi economici per lo Stato e per i cittadini.
Singolare, però, che a discuterne al tavolo non siano stati invitati i diretti interessati ovvero gli interlocutori principali dell’assistenza oggetto dell’audizione il Sindacato (Fassid – SiNaFO) e le società scientifiche (SIFO e SIFACT).
Una dimenticanza che ci si augura sia colmata. Nessuna indagine conoscitiva potrebbe infatti definirsi tale se omettesse di confrontarsi con chi quotidianamente dispensa l’erogazione diretta delle terapie
Vogliamo pensare che si sia trattato di una mera dimenticanza comprensibile in un periodo così critico, in cui, fra l’altro, appare utile non sovraccaricare le farmacie private di ulteriori attività, prese come sono dalla faticosa gestione della pur remunerata attività dei tamponi.
Vogliamo rammentare che ai dirigenti farmacisti del SSN è stata affidata la responsabilità della dispensazione diretta all’utenza esterna delle classi di medicinali su ricordate a seguito dell’applicazione della legge 405/2001 che ha giocato un ruolo fondamentale nel mantenimento della stabilità del sistema, un canale distributivo che si affianca a quello della farmacia convenzionata, e continua ad essere la legge di riferimento.
Siamo certi che la Commissione Affari Sociali saprà completare la lista degli invitati, tutelando così l’interesse alla tutela della salute pubblica garantendo un sano contraddittorio.
Roberta Di Turi
Segretario Generale Fassid area SiNaFO
Arturo Cavaliere
Presidente SIFO
Francesca Venturini
Presidente Sifact
17 gennaio 2022
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