Chi decide quali sono gli ospedali da finanziare con il Pnrr? L’incongnita del DM 70
di Claudio Maria Maffei
03 DIC -
Gentile Direttore,
ieri QS ha pubblicato la
proposta di riparto dei fondi della missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che verranno destinati alle Regioni responsabili dell’attuazione di specifiche linee progettuali. In questa proposta sono ricompresi i fondi destinati alle strutture ospedaliere. In particolare gli ospedali sono destinatari degli interventi per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale e l’adeguamento sismico
.
Sul primo intervento è esplicitamente previsto che ilpotenziamento del livello di digitalizzazione riguardi le strutture sanitarie sede di Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) di I e II livello, già quantificate nel PNRR in 280. Sull’ammodernamento del parco tecnologico e l’adeguamento sismico sono in corso approfondimenti da parte della Direzione generale della Programmazione sanitaria del Ministero della salute, ma una chiara e univoca indicazione di quali siano le strutture destinatarie di questa tipologia di interventi manca.
E’ evidente che l’utilizzo dei fondi del PNRR per le strutture ospedaliere dovrebbe calarsi su reti ospedaliere coerenti con gli indirizzi della normativa e lo spirito di fondo del PNRR, che vanno nella direzione di una qualificazione e razionalizzazione delle reti ospedaliere regionali finalizzata a una più equa ripartizione delle risorse, soprattutto umane, con i servizi territoriali.
Le Regioni debbono presentare i loro progetti entro il 22 febbraio, ma la loro predisposizione dovrebbe essere già partita da tempo con il coinvolgimento degli stakeholder. In questi progetti il PNRR non può essere utilizzato solo come una sorta di Superbonus Ospedale per l’adeguamento edilizio e tecnologico-digitale degli Ospedali così come sono oggi, ma deve essere utilizzato in coerenza con i Piani regionali di riordino delle reti ospedaliere in applicazione degli atti di indirizzo nazionali. E questi sono rappresentati dal DM 70 ancora in vigore e saranno rappresentati dal nuovo DM 70 quando approvato.
QS ha riportato un
documento col nuovo DM 70 che il
Ministro Speranza ha subito ridimensionato al ruolo di “brogliaccio”. Brogliaccio o bozza che sia quel documento riprende e sviluppa la impostazione del vecchio DM 70, a mio parere in modo largamente condivisibile specie per quanto le reti degli ospedali pubblici a gestione diretta.
Le resistenze nei confronti del DM 70 sono tali per cui qualcuno ha subito salutato con entusiasmo la freddezza del Ministro verso il nuovo DM 70, scambiandola per un segnale di superamento della sua impostazione quando era in realtà, a mio parere, la manifestazione di una doverosa prudenza istituzionale nei confronti delle Regioni.
Adesso però riserve e dubbi su quale debba essere il nuovo DM 70 vanno rapidamente sciolti. Sennò ad essere sciolte saranno le briglie di quelle Regioni la cui Giunta cavalca (appunto) l’idea che la rete ospedaliera possa essere costruita o mantenuta in base al principio della coerenza coi programmi elettorali e non alle indicazioni del DM 70 vecchio o rivisitato.
C’è a mio parere un grosso rischio di effetto Medusa del PNRR che mal utilizzato potrebbe portare alla pietrificazione delle reti ospedaliere attuali. Tra le quali ce ne sono alcune totalmente disallineate rispetto al DM 70, come quella delle Marche in cui ad atti costanti continuerebbero ad esserci tredici tra Ospedali di Primo e Secondo Livello contro i dieci da DM.
Una situazione che le Marche stanno pagando molto caro in termini di qualità dei servizi, sia ospedalieri che territoriali.
Per evitare che il PNRR faccia questo effetto Medusa occorre che alcune indicazioni chiare sulla struttura complessiva a regime delle reti ospedaliere regionali vengano date subito e inserite esplicitamente tra i criteri da rispettare per la stipula dei Contratti Istituzionali di Sviluppo che dovranno essere firmati entro il 31 maggio 2022.
A solo titolo di esempio gli Ospedali sede di DEA di I e II livello proposti dalle Regioni come destinatari degli interventi di digitalizzazione dovrebbero essere di un numero e con caratteristiche tali da rispettare il DM 70 nuovo o rivisitato.
E’ giusto dibattere sulle dimensioni di governo clinico dei “nuovi” ospedali, ma tentennare sul loro assetto programmatorio non farebbe che dare spazio a chi l’effetto Medusa lo apprezza. Col che l’idea del PNRR della casa come luogo migliore di cura rischierebbe di rimanere in alcune Regioni solo come “reclame”.
Claudio Maria Maffei
03 dicembre 2021
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