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Cani anti-Covid? Al Campus Bio-Medico la verifica della loro capacità di “fiutare” i positivi 

Al via la sperimentazione, la prima al mondo, su un campione statistico rilevante di oltre 1.000 pazienti dell’Università. Le Unità cinofile, secondo le intenzioni, dovrebbero riconoscere la malattia attraverso il sudore in pochi secondi. Se il progetto avrà successo, sarà possibile utilizzarle per attività di screening all’interno di grandi eventi, cinema, stadi e aeroporti.

29 MAR - Può un cane addestrato riconoscere un soggetto positivo al Covid-19 usando esclusivamente il suo olfatto? È la domanda a cui vuole rispondere il primo studio sviluppato all’interno di una struttura ospedaliera universitaria con l’addestramento di cani destinati allo screening rapido degli individui potenzialmente affetti da Covid-19 sintomatici e asintomatici. Si tratta del progetto di ricerca è stato avviato a Roma presso il Drive-in Campus test del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e verrà realizzato per la prima volta al mondo su un campione statistico rilevante di oltre 1000 pazienti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

“L’efficienza dell’olfatto del cane - si legge nella nota diffusa dall’ateneo - verrà messa alla prova con i test molecolari per la diagnosi di Covid-19. Le procedure permetteranno la tracciabilità del lavoro e saranno svolte in piena sicurezza per l’operatore, per il cane e dal punto di vista scientifico. Grazie alla collaborazione con Ngs Srl, impegnata nell’impiego di cani addestrati per la sicurezza anti esplosivo in emergenze e grandi eventi, da aprile a giugno 2021 le unità cinofile saranno appositamente addestrate, da professionisti attivi negli ambiti della safety & security, nel riconoscere la presenza del Covid-19 nel sudore dei pazienti che ogni giorno si recano al Drive-in Campus test del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, in via Regdo Scodro 42 per effettuare il tampone”.

“Stiamo addestrando i nostri cani a riconoscere la presenza del Covid-19 nei campioni raccolti presso il Covid Center - spiega Massimiliano Macera, amministratore delegato di Ngs- All’interno del container verranno sottoposte al cane alcune scatole appositamente studiate per il progetto del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, all’interno delle quali ci saranno i campioni da processare. Tutto verrà dopo una prima fase di condizionamento studiata per garantire la massima sicurezza per operatori e cani a lavoro con materiale biologico. Per esercitarsi a sviluppare la sensibilità al virus il cane passa in rassegna le scatole metalliche e quando rileverà la presenza del Covid-19 lo segnalerà precisamente ma con discrezione e riceverà un premio”.

Le prospettive del progetto
In prospettiva, se il progetto avrà successo, sarà possibile utilizzare i cani addestrati in contesti urbani per attività di screening anti Covid-19 all’interno di grandi eventi, all’ingresso di cinema, stadi e ai varchi di imbarco degli aeroporti con l’obiettivo di far ripartire la vita associata anche in quegli ambiti dove si incontra una moltitudine di persone. L’impiego dei cani comporterà diversi vantaggi: la velocizzazione delle operazioni di accesso ai luoghi di aggregazione, l’abbassamento delle spese derivanti dall’utilizzo dei tamponi e una migliore organizzazione ed efficacia dei controlli. Un cane addestrato può impiegare circa 10 secondi per riconoscere un caso di positività, un tampone rapido richiede 20-30 minuti per fornire un risultato e almeno 24 ore il tampone molecolare. Quanto ai costi, un tampone molecolare varia dai 60 ai 150 euro, uno rapido da 20 a 60 euro circa mentre un cane addestrato ha un costo che si abbatte progressivamente all’aumentare dei soggetti esaminati. Ogni cane può lavorare con turnazioni di 1-2 ore al giorno. Nel progetto saranno impiegati fino a 6 cani. Ad oggi non risulta che i cani possano essere coinvolti nella trasmissione o diffusione del virus Sars-Cov-2.

L’utilizzo dei cani da rilevamento
I cani per rilevamento sono oggi impiegati in numerosi campi. In ambito sanitario per esempio viene effettuato il rilevamento delle infezioni virali o batteriche: il tasso di segnalazioni esatte è compreso tra il 77 e il 92,6 per cento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa al 75 per cento la soglia di affidabilità dei test diagnostici per il rilevamento del batterio Clostridium. Finora in Europa sono stati effettuati due studi di laboratorio per la rilelazione del Covid-19 con cani addestrati: Il primo, realizzato della Ecole Nationale Vetérinaire d’Alfort e dell’Université Paris Est ha ottenuto un tasso di rilevazione esatta tra l’83 e il 100 per cento con l’utilizzo di campioni di sudore. Il secondo, della Università di Hannover e Amburgo e dal Central institute of medical service delle Forze armate della Germania, ha ottenuto un tasso medio di rilevazione esatta del 94 per cento, utilizzando campioni di saliva.
 

29 marzo 2021
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