Asl Roma 2. Fials in stato di agitazione contro il “taglio orario”
Dopo la Cisl, anche la Fials contesta il “taglio automatico di 10 minuti sull’orario svolto dopo le 6 ore a tutto il personale turnista”. La conseguenza è “un incremento orario da 36 ore settimanali come da contratto a 37, che si trasforma in un anno a una settimana in più di lavoro non retribuito”. Per la Fials un atto “illegittimo e antidemocratico nei confronti di lavoratori che si sono spesi e sacrificati oltre ogni limite” nell’emergenza coronavirus.
09 GIU - “Già si è miseramente conclusa la stagione delle lodi di eroismo al personale sanitario che nei mesi di emergenza pandemica ha dato tutto se stesso per salvare vite umane, sottoponendosi in proprio all’aggressione del Covid-19, ammalandosi, facendo turni snervanti e prolungati, fino alle scelte di isolarsi dalla famiglia per salvaguardarla. Per alcuni manager della sanità pubblica chiusa la stagione delle lodi si è aperta quella delle vessazioni: che hanno portato alla scelta di ridurre l’orario di lavoro”. E’ quanto riporta la nota della Segreteria provinciale Fials di Roma.
Nella nota si precisa che l’atto è stato approvato dal direttore generale dell’Asl Roma 2 “senza alcun accordo con le rappresentanze dei lavoratori è completamente illegittimo oltre che antidemocratico nei confronti di lavoratori che si sono spesi e sacrificati oltre ogni limite. La decurtazione unilaterale dell’orario di lavoro per i sanitari in turno mette a repentaglio la continuità assistenziale di cui in questi ultimi giorni si è tanto parlato e il ripristino delle normali attività di assistenza, urgenza e altrettanto quella di elezione. Ci punge vaghezza di dire che le lodi in realtà erano solo esternazioni di ipocrisia”.
“Ci chiediamo in base a quale dettato normativo il direttore generale
Flori Degrassi abbia deciso di imporre il taglio automatico di 10 minuti sull’orario svolto dopo le 6 ore a tutto il personale turnista h24 – spiega la nota Fials – E il risultato è sotto gli occhi di tutti: un incremento orario da 36 ore settimanali come da contratto a 37, che si trasforma in un anno a una settimana in più di lavoro non retribuito”.
“Tuttavia la farsa sembra continuare: si ricomincia con i tagli indiscriminati al settore sanitario contando che – aggiunge la nota – la Regione Lazio vorrebbe investire i fondi del decreto Cura Italia non soltanto in ambito assistenziale ma sottraendoli e trasferirli su altri capitoli di spesa. Anche su questo punto pronunciamo il nostro No secco”.
“Ecco i motivi per cui Fials ha indetto lo stato di agitazione che abbiamo già comunicato agli organi competenti, tra cui la Prefettura – chiosa la nota – e dalla quale attendiamo la convocazione”.
09 giugno 2020
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