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Innovazione. Nel Lazio c’è uno spazio molto particolare dove è possibile parlarne senza steccati

17 DIC - Gentile Direttore,
c’è una stanza al secondo piano Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, un edificio lungo la Cristoforo Colombo, una strada di Roma che se la si percorre tutta con fede prima o poi porta al mare. E’ uno spazio molto particolare, non a causa delle sue dimensioni, della sua luminosità o del suo arredo. A renderlo speciale è quello che vi succede dentro.

Da quattro anni a questa parte, infatti, in quella stanza, cinque - sei volte ogni anno, si riuniscono ricercatori, funzionari del sistema sanitario nazionale, rappresentanti di aziende farmaceutiche, medici e divulgatori scientifici. Queste figure, che in altri contesti, in altri spazi, mantengono spesso posizioni contrapposte, in questa stanza lavorano insieme per individuare le sfide che la sanità e la pratica clinica dovranno affrontare nel prossimo futuro e studiare quali possano essere le innovazioni - tecnologiche ma anche organizzative o relazionali - da adottare per affrontarle. Alcuni si sono avventurati nel definire questi appuntamenti come uno sorta di sessioni di “yoga professionale per l’innovazione in medicina”.

La comunione di diversità è alla base del progetto Forward. L’idea originaria è quella di individuare e riflettere sui concetti chiave dell’innovazione in medicina ed è stato promosso dal Dipartimento di epidemiologia e dal Pensiero Scientifico Editore e realizzato con il supporto di alcune aziende farmaceutiche. Quattro volte l’anno uno di questi concetti (dalla medicina di precisione, all’intelligenza artificiale, dalla sostenibilità al concetto di Rete) viene affrontato ed approfondito in molte delle sue possibili sfaccettature, rispettando l’esigenza del gruppo di mantenere la pluralità delle prospettive e senza alcun obbligo di giungere ad un “consenso” o ad un punto di vista unanime. Ma fra tutte le attività messe in campo, quella che spicca sopra le altre, è l’ascolto.

Il rispetto di finalità immediate diverse, di percorsi e di motivazioni di partenza spesso differenti tra loro è la chiave che permette a questo gruppo di persone di lavorare per un obiettivo a lungo termine comune. Quello di riuscire a infondere nei propri contesti di appartenenza una cultura critica ma propositiva dell’innovazione. Di fronte a questo obiettivo comune, infatti, le diversità si trasformano in strumento di confronto, diventano le lenti giuste per riuscire ad individuare, più o meno precocemente, le “novità” che possono rivelarsi “innovazione” e gli ambiti in cui questa può realizzarsi a vantaggio dei cittadini.  

A rendere tuttavia il progetto Forward estremamente efficace non è solo l’eterogeneità dello sguardo. Multidisciplinarità e contaminazione sono ormai strategie main stream e approcci dal valore convalidato in ogni ambito. A fare la differenza sono costanza, pazienza e capacità di visione sul lungo periodo.

Sono queste infatti che consentono alle persone di entrare in quella stanza e abbandonare pregiudizi e ruoli che altrove non possono permettersi di lasciare fuori dalla porta. E sono sempre queste che permettono loro di capire che il processo di costruzione di conoscenza e consapevolezza richiede tempo. Nell’opinione di noi che questo progetto l’abbiamo ideato e creato e che lo portiamo avanti ogni giorno, questa sintesi tra innovazione e capacità di visione a lungo termine è la strada migliore per affrontare le grandi sfide di questi anni - nel campo della salute, della medicina e dell’assistenza sanitaria e sociale.

E se per una serie di ragioni sociali/politiche/economiche sembra che sia sempre lo short-term thinking a prendere il sopravvento (tanto nelle scelte quotidiane quanto in quelle di policy makers e istituzioni) i partecipanti al progetto hanno da tempo iniziato a farsi portavoce di una diversa cultura dell’innovazione e di una visione del futuro della sanità e della pratica clinica di cui tutte le parti in causa percepiscono il valore.

Come ogni gennaio questa “ribellione” prende voce nell’evento “4Words – Le parole dell’innovazione in sanità”. In questa occasione le parole chiave approfondite da Forward nel 2019 (nel caso di 4Words2020, il prossimo 30 gennaio, saranno Sostenibilità, Paura/Coraggio, Reti/Network e (R)evolution) sono discusse insieme al pubblico attraverso interventi di esperti di calibro internazionale. Perché condivisione e confronto non restino solo in quella stanza al secondo piano di un edificio lungo una strada che porta al mare, ma continuino a creare spazi e comunità fertili alla cultura dell’innovazione.

Antonio Addis
Dipartimento di Epidemiologia, Regione Lazio, ASL Roma 1


17 dicembre 2019
© Riproduzione riservata

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