Ex ospedale San Giacomo. Fdi contro il cambio d’uso: “Indispensabile come ospedale”
Per Fabrizio Ghera e Chiara Colosimo, capogruppo e consigliere di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio, “le esigenze alle quali risponde la riapertura del S. Giacomo - lunghe attese per i ricoveri e per gli esami clinici, sovraffollamento dei pronto soccorso, strutture da rinnovare - non possono essere accantonate con la motivazione dei tagli alla spesa sanitaria”.
31 GEN - “Lunghe attese per i ricoveri e per gli esami clinici, sovraffollamento dei pronto soccorso, strutture da rinnovare, le notizie che giungono quotidianamente dai nosocomi della capitale fanno capire come sia indispensabile la riapertura del S. Giacomo di Roma come ospedale. Siamo contrari al cambio di destinazione d’uso perché un quadrante cittadino come il Centro Storico, frequentemente teatro di grandi manifestazioni pubbliche, che accoglie ogni giorno migliaia di persone oltre ai residenti, personale degli uffici, turisti, forze dell’ordine, lavoratori, sia lasciato senza presidio ospedaliero. Ricordiamo inoltre che, data la sua ubicazione centrale il S.Giacomo può essere raggiunto dalle ambulanze in tempi ragionevoli da molte zone della città”. Lo affermano in una nota
Fabrizio Ghera capogruppo e
Chiara Colosimo consiglieri di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio, in merito al progetto di vendita della struttura.
“A nostro avviso – proseguono Ghera e Colosimo -le esigenze alle quali risponde la riapertura del S.Giacomo non possono essere accantonate con la motivazione dei tagli alla spesa sanitaria. In assoluto non condividiamo la scelta di vendere a privati un immobile di grande valore storico e strutturale, che nel lascito fu destinato ad uso pubblico, se ne discute da anni ma non c’è alcuna certezza, su cosa diventerà una volta in possesso dei nuovi proprietari, nessuna garanzia che resti sede di servizi sanitari; si era parlato di un albergo, oggi viene fuori l’idea di una Casa per Anziani, ma si resta sempre nel campo delle ipotesi, quando in ambito di servizi sanitari al cittadino c’è urgente bisogno di interventi concreti”.
Quanto poi al valore attribuito a questo edifico storico di 30.000 mq, “crediamo che le cifre indicate dalla Giunta Regionale, una volta 65milioni, un’altra 100 milioni, configurino una vera e propria svendita”.Pertanto chiediamo l’apertura di un tavolo inter-istituzionale con il coinvolgimento del Ministero della Salute, della l'ASL competente, della Regione Lazio, del Comune di Roma”.
31 gennaio 2019
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