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Un giorno d’ordinaria follia nei Pronto soccorso romani

15 GEN - Gentile Direttore,
passa il tempo ma l’emergenza Pronto Soccorso della Capitale non cambia e puntualmente come ogni anno ci troviamo difronte ad una situazione a dir poco imbarazzante oltre che pericolosa per utenti e professionisti. Alle h 13.41 di oggi (dati Regione Lazio) ci troviamo ancora una volta in grave difficoltà nella gestione dei pazienti all’interno dei pronto soccorso maggiori della capitale con punte di 135 pazienti al Policlinico Umberto I° di cui 30 in attesa di ricovero, 137 a Tor Vergata di cui 46 in attesa, 133 al Gemelli di cui 57 in attesa di ricovero, 95 al San Camillo-Forlanini con 50 in attesa di ricovero, 111 al Sant’Andrea con 42 utenti in attesa di ricovero, al Policlinico Casilino 135 con 30 in attesa di ricovero e 102 al Pertini con 46 pazienti in attesa di posti letto.
 
Quindi nei nosocomi romani abbiamo circa 1100 pazienti in trattamento di cui circa 400 in attesa di posto letto! A tutto questo aggiungiamo le 30-40 ambulanze ARES 118 che quotidianamente restano bloccate per ore all’ingresso dei nosocomi della Capitale in attesa che si liberi la barella oramai tramutata in un “confortevole” posto letto mettendo così a serio rischio sia l’incolumità dei cittadini e sia la pronta risposta del sistema di emergenza-urgenza verso le necessità richieste dalla cittadinanza.
 
Sono anni che oramai denunciamo il disastro della sanità romana le cui polveri sono state spesso nascoste sotto il tappeto da una giunta regionale che è stata capace solo di tagli indiscriminati in nome di una rigidità dettata da una mera regola economica contrapponendosi in maniera tangibile ad un diritto sancito costituzionalmente.
 
Questi tagli hanno avuto come normale conseguenza il blocco del turn over che ha sbarrato per 10 anni le assunzioni del personale del Comparto portandolo ai minimi storici e con una età superiore ai 51 anni di media.
 
Da diverso tempo NurSind sta segnalando in tutti gli incontri istituzionali la cronica mancanza degli infermieri ovvero la scarsità in primis di coloro che prestano la prima assistenza in caso di bisogno e tutto ciò avviene senza che la Regione preveda delle soluzioni efficaci che non sia il solo magnificarsi con i proclami inutili nel fallimentare tentativo di risolvere questa spinosa situazione.
 
Ed è così che per tirare a campare si accorpano o si chiudono le Unità Operative riducendo i posti letto (si dice razionalizzare...) costringendo inevitabilmente gli utenti alla sosta per diversi giorni nel pronto soccorso in situazioni promiscue dove la privacy e la dignità vengono in taluni casi calpestate.
 
Questa non è la sanità che vogliamo. Soluzioni caro Zingaretti? Ad oggi il sistema è al collasso come gli operatori che ci lavorano.
 
Stefano Barone
Segretario provinciale Nurdind (Roma)

15 gennaio 2019
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