Ospedale San Camillo di Roma. Nursind: “Chiusure estive e semi-aperture invernali. A discapito dell’utenza”
Il sindacato contesta “la gestione globale” del “piano riduzioni posti letto” che, “come tutti gli anni, in estate prevede la chiusura parziale o totale di diverse Unità Operative, che spesso non riaprono nei tempi e a volte anche nei modi creando di fatto difficoltà all’interno di un Pronto Soccorso già usualmente oltre il livello di guardia”.
03 DIC - “Dopo circa 70 giorni, o poco più, finalmente il San Camillo prova a mettere fine al forte ritardo sulle riaperture delle Unità Operative precedentemente chiuse per l’attuazione dell’oramai annuale e tristemente noto piano riduzioni estive 2018. Quello che doveva essere un piano per permettere di usufruire delle ferie estive al personale Infermieristico, a causa degli organici cronicamente carenti di turnisti h24, si era rivelato nel tempo una vera e propria chiusura tout-court a scapito dell’utenza”. A denunciarlo è il Segretario Provinciale del Nursind,
Stefano Barone, in una nota.
Il sindacalista evidenzia come “mentre la Chirurgia Pediatrica ha aperto la settimana scorsa (l’apertura era prevista secondo il piano per il 15 settembre) con gli infermieri della stessa Pediatria messi in precedenza a ‘disposizione’ per sigillare le cronicità di infermieri h24, la Pneumologia (o quello che sarà) aprirà con l’aiuto del personale proveniente da ‘Villa San Pietro’. Siamo ovviamente solidali con i lavoratori di ‘Villa San Pietro’ per la loro attuale difficile congiuntura lavorativa, ma a questo punto, per la semplice proprietà transitiva le domande sono d’obbligo: quando i colleghi di Villa San Pietro torneranno nella loro struttura originaria l’Unita Operativa Pneumologica chiuderà di nuovo? In caso di straordinari o ordini di servizio non rari nel nosocomio, come verrà gestito il personale privato? Quanto risparmia economicamente l’Azienda aprendo di fatto un reparto con 2/3 del personale non retribuito dal San Camillo?”, si domanda Barone.
“L’ultima nota negativa di questa storia di riaperture invernali – per Barone - è data dalla mancanza di informazione che ha accompagnato le riaperture tardive delle 2 (due) Unità Operative segnando così una grave mancanza di rispetto sia verso i lavoratori e sia verso l’utenza afferente all’Ospedale”.
“Ma, purtroppo - conclude il sindacalista - il dilemma vero per i dipendenti e la cittadinanza è la gestione globale di un “piano riduzioni posti letto” che, come tutti gli anni, in estate prevede la chiusura parziale o totale di diverse Unità Operative che spesso non riaprono nei tempi e a volte anche nei modi creando di fatto difficoltà all’interno di un Pronto Soccorso già usualmente oltre il livello di guardia. Ed è ’ proprio con queste misure “spot” che si creano quelle situazioni di emergenza che nulla hanno a che fare con quella “programmazione” tanto dichiarata in più sedi”.
03 dicembre 2018
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