A rischio chiusura l’unica farmacia di Ostia antica
Da quando un cantiere ha aperto lo scorso gennaio diversi edifici circostanti hanno subito danni. Chiusi un asilo e diverse strutture. La denuncia del farmacista Luigi Benni: “Intervenga chi di dovere. Se chiudiamo noi oltre 5mila persone resteranno senza assistenza”
06 NOV - “In concomitanza con l’apertura di un cantiere diversi mesi fa nel centro di Ostia Antica diversi edifici della zona hanno subito dei danni e, in alcuni casi, sono stati dichiarati inagibili. Sono stati già chiusi un asilo, due appartamenti e due negozi. Purtroppo la nostra farmacia si trova proprio alle spalle di questo cantiere e siamo certi che, prima o poi, potrebbe toccare anche a noi chiudere per inagibilità”. È questa la denuncia di
Luigi Benni, titolare dell’unica farmacia di Ostia Antica, che serve ogni giorno un bacino di oltre 5mila persone. Una farmacia storica (aperta da 63 anni e passata di padre in figlio fino ad oggi) che si trova in Viale Dei Romagnoli, in vicinanza appunto di un grande cantiere aperto dallo scorso gennaio.
“In tutti questi anni – spiega Benni – sia mio nonno che mio padre non hanno mai avuto a che fare con un problema simile. Ora siamo costretti a fare i conti con dei lavori molto invasivi che hanno provocato vibrazioni e scuotimenti, in concomitanza dei quali diversi edifici circostanti (situati tra Viale dei Romagnoli, Via del Castello e Via delle Saline) hanno subito dei danni, e siamo certi che prima o poi potrebbe toccare anche a noi chiudere per inagibilità: abbiamo già verificato la presenza di diverse crepe nella nostra struttura. Oltre al danno all’attività di famiglia, lasceremmo senza farmacia migliaia di persone di Ostia Antica e di diverse zone limitrofe, che sarebbero costrette a muoversi in auto anche per diversi chilometri”.
“Tutto ciò – continua Benni – senza contare che sono stati abbattuti edifici per far spazio a due palazzi moderni, un parcheggio sotterraneo e un supermercato. Il tutto a poche decine di metri dal borgo medievale di uno dei principali siti archeologici italiani e in una zona ad altissimo rischio idrogeologico. Per cercare di arginare il problema abbiamo dato vita ad una raccolta firme ed è stato presentato, lo scorso maggio, un esposto alla Procura della Repubblica, ma il cantiere è stato chiuso solo provvisoriamente. La magistratura ha predisposto il dissequestro del cantiere e la sua messa in sicurezza, ma non quella degli edifici circostanti. Insomma, il cantiere non chiude, chiudono gli edifici lì intorno. Per tutti questi motivi – conclude Benni – chiediamo l’intervento di chi ne ha il potere di fare il possibile per mettere in sicurezza gli edifici danneggiati ed evitare l’interruzione di un servizio pubblico necessario come il nostro”.
06 novembre 2018
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