Cooperazione Ospedaliera Internazionale. L'esperienza del San Camillo - Forlanini di Roma
“Il programma internazionale aziendale, a controparte governativa e religiosa, coordinato dall’Ufficio d’Internazionalizzazione Cooperazione Sanitaria e Progettazione (Icsp) dell’Azienda Ospedaliera San Camillo - Forlanini, è operativo in Camerun, Madagascar, Tanzania e Zambia; mentre in Benin è attivo un progetto nutrizionale pluriennale”. Spiega Gianluca de Vito del San Camillo - Forlanini
25 SET - Cooperazione Internazionale e Aziende Ospedaliere. Non tutte le Aziende usano dotarsi di un ufficio preposto alla Cooperazione; non tutte sono disposte a destinare tempo, uomini, risorse al servizio di realtà esterne al nostro Paese, malgrado numerosi studi rivelino il ritorno economico di un simile percorso.Tuttavia, alcune normative regionali e nazionali in ambito sanitario, sostengono le attività di cooperazione allo sviluppo nei Paesi meno Avanzati (o Paesi in via di Svilippo - PvS), integrando l’impegno istituzionale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) e del Ministero Affari Esteri.
Un esempio virtuoso, nel Lazio, è dato dall'Azienda Ospedaliera San Camillo - Forlanini di Roma (Aoscf), con il suo programma d’Internazionalizzazione e di Cooperazione Sanitaria. Questo programma è stato menzionato, ad esempio, nel Psr del Lazio 2009/2011 per l’esperienza di
Health Diplomacy condotta in Corno d’Africa. Occorre tenere presente che le Ao e le Asl non hanno accesso diretto all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps), partenariandosi di necessità con Ong idonee, per la realizzazione di progetti congiunti co-finanziati. Per quel che concerne l'esperienza del Corno d'Africa, il San Camillo Forlanini sviluppò una partnership con on la Ong Voci di Popoli nel Mondo (VPM - Delibera AOSCF 999/05/2003).
“La Valutazione richiesta dal Ministero Affari Esteri sui risultati sanitari dei MDG/2015, effettuata da un nostro Team Medico in Etiopia - ci riferisce il Direttore Generale del San Camillo Forlanini
Fabrizio d’Alba - ci ha permesso di elaborare, senza costi aggiuntivi, l’attuale programma materno-infantile, in corso in Africa centro-australe per la riduzione della Mortalità Materna (Mmr); Obiettivo 5 dei MGD/2015 in massima parte non raggiunto in loco. Due sono le attività implementate a tutela della gravidanza. La prima prevede la diffusione dell’ecografica prenatale in ambito rurale con addestramento del personale all’uso. Oltre al valore diagnostico preventivo, l’indagine, esente da ticket, con la visione fetale immediata, rappresenta uno strumento di responsabilizzazione maschile e di coesione familiare all’evento nascita”.
“La seconda attività- riferisce per esperienza di campo il Chirurgo del Dea del San Camillo Forlanini
Bruno Benini -riguarda il rafforzamento ‘endogeno’ dell’urgenza ostetrica ospedaliera, ma anche del trauma, purtroppo in crescita esponenziale in Africa e senza alcuna esenzione! Con l’addestramento chirurgico degli omologhi locali”.
“L’azione di genere a tutela della gravidanza -conclude
Gianluca de Vito, Referente del programma- con annessa pianificazione familiare, in relazione al
Food Security, in relazione anche alla drastica riduzione della Mortalità Infantile (U5MR), ottenuta dai MDG/2015, permette di monitorare le complicanze gestazionali in tempo, riducendo le urgenze ostetriche emorragiche e/o distociche in contesti periferici con limiti viari e di trasporto. Il programma internazionale aziendale, a controparte governativa e religiosa, coordinato dall’Ufficio d’Internazionalizzazione Cooperazione Sanitaria e Progettazione (Icsp) del San Camillo Forlanini, è operativo in Camerun, Madagascar, Tanzania e Zambia; mentre in Benin è attivo un progetto nutrizionale pluriennale; inoltre con una Ong (Milena) è in corso in Etiopia un progetto cardiologico pediatrico; adoperandoci nelle criticità ordinarie, al reciproco rafforzamento professionale e interculturale a beneficio della stanzialità delle comunità rurali”.
Lorenzo Proia
25 settembre 2018
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