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40º legge “Basaglia”. Raggi (M5S): “A Roma finanziati progetti per circa 7 mln. Allo studio sperimentazione azioni innovative”

Sono stati finanziati percorsi che riguardano interventi di sostegno all’abitare, il lavoro dei 27 centri diurni capitolini, le attività culturali, sportive e per il tempo libero, le provvidenze economiche e i soggiorni di vacanza. Con l'Assessora Baldassare allo studio sperimentazione di interventi a forte integrazione socio-sanitaria, basati su progetti individuali che rispondano ai bisogni specifici dei cittadini con disagio mentale.

15 MAG - La sindaca di Roma, Virginia Raggi (M5S), sulla sua pagina Facebook ha pubblicato un lungo post, che riportiamo di seguito, dedicato ai 40 anni della legge Basaglia. La sindaca ha così raccontanto tutti i progetti messi in campo dalla sua amministrazione per la salute mentale. 
 
"Sono giornate di riflessioni, analisi e celebrazioni per il 40° anniversario della Legge Basaglia, una delle riforme più importanti nella storia del nostro Paese. L’approvazione arrivò nel maggio di quaranta anni fa, dopo un lungo percorso caratterizzato da battaglie con un’altissima valenza di carattere civile e sociale. È però importante non limitarsi esclusivamente al profilo celebrativo, ma iniziare a parlare di proposte e attività, assicurando risposte operative in linea con gli insegnamenti che Basaglia ci ha lasciato in eredità.

La salute mentale è un tema strettamente legato ai servizi territoriali. L’Amministrazione capitolina finanzia infatti ai Dipartimenti di Salute Mentale delle Asl, responsabili della presa in carico delle persone con problemi psichiatrici, numerosi progetti che lavorano verso diversi obiettivi: costruzione di reti integrate tramite interventi che mettano al centro la formazione, il lavoro, la residenzialità e l’inclusione sociale.

Un impianto che stiamo rafforzando e potenziando grazie all'ampia sinergia sviluppata con la Consulta cittadina per la Salute Mentale: per noi è fondamentale garantire alle persone con problemi di salute mentale diritti pari a tutti quelli degli altri cittadini. Potrebbe sembrare una banalità, ma troppo spesso ciò non avviene.

Attualmente abbiamo in campo progetti finanziati da Roma Capitale pari a 6 milioni e 849mila euro. Si tratta di percorsi che riguardano interventi di sostegno all’abitare (54 appartamenti a bassa intensità assistenziale), il lavoro dei 27 centri diurni capitolini, le attività culturali, sportive e per il tempo libero, le provvidenze economiche e i soggiorni di vacanza.

La cifra stanziata non è stata, però, spesa per intero, grazie a un’oculata razionalizzazione della spesa. Restano oltre 442 mila euro che abbiamo intenzione di utilizzare per azioni innovative. Insieme all’Assessora Laura Baldassarre stiamo ragionando sulla possibilità di avviare, in alcuni Municipi, la sperimentazione di interventi a forte integrazione socio-sanitaria (nei Centri di Salute Mentale e nei Servizi sociali Municipali), basati su progetti individuali che rispondano ai bisogni specifici dei cittadini con disagio mentale, in particolare di sostegno alla persona, all’abitare e all’inserimento lavorativo.

Altra opzione su cui stiamo lavorando seriamente è quella di finanziare misure di sostegno all’avvio di impresa per gli utenti che si stanno formando nei Centri diurni. Sono tutte azioni già contemplate nel Piano Sociale Cittadino che stiamo scrivendo, colmando un buco di 14 anni.

Siamo in assoluta sintonia con le idee di Basaglia “Tutti devono essere promotori di salute, non di malattia, dentro la scuola, dentro la famiglia, dentro i luoghi di lavoro”, una delle sue riflessioni più illuminanti. La sua lezione continua a vivere nella nostra concezione di comunità solidale, che mette sempre al centro la persona e le sue peculiarità. Una lezione ereditata, per esempio, dal Teatro Patologico, che abbiamo ospitato in Campidoglio il 2 maggio scorso: un'eccellenza a livello mondiale che vede attori professionisti e persone con disabilità lavorare insieme sul palco.

Per riuscire a completare il modello tracciato da Basaglia, mancano ancora alcuni tasselli. In particolare occorre rinsaldare i processi di integrazione sociosanitaria, a partire dai territori.

In sostanza significa rendere le persone con problemi di salute mentale parte integrante del tessuto cittadino, perché l’inclusione rappresenta uno dei livelli essenziali da garantire a tutti, nessuno escluso".
 

15 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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