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Migranti. Sempre più quelli che devono ricorrere all’assistenza del Banco farmaceutico. Nel Lazio il maggior numero di migranti che non accedono a cure adeguate

E' quanto emerge dal Rapporto 2017 "Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci", promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch e realizzato con il contributo incondizionato di IBSA dall'Osservatorio Donazione Farmaci. Secondo la ricerca gli enti benefici sostenuti da Banco Farmaceutico hanno fornito farmaci a oltre 580 mila utenti (si tratta mediamente del 12% dei poveri assoluti italiani) e di questi il 63,5% sono migranti. 

14 GEN - La povertà sanitaria è un fenomeno che colpisce sempre di più i migranti e i rifugiati che arrivano e vivono in Italia. In particolare, il Lazio è la regione italiana con maggiore concentrazione di migranti che hanno difficoltà ad accedere a delle cure adeguate.
 
E' quanto emerge dal Rapporto 2017 - Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch e realizzato con il contributo incondizionato di IBSA dall'Osservatorio Donazione Farmaci (organo di ricerca di Banco Farmaceutico), i cui dati sono stati diffusi in vista della prossima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. 
 
Secondo la ricerca gli enti benefici sostenuti da Banco Farmaceutico hanno fornito farmaci a oltre 580 mila utenti (si tratta mediamente del 12% dei poveri assoluti italiani). Tra questi facendo un'analisi attenta della composizione dei beneficiari per cittadinanza - che è un aspetto molto rilevante per comprendere la geografia sia della povertà sanitaria che degli insediamenti migratori – emerge la prevalenza della componente straniera sia a livello nazionale (63,5%), sia nella maggior parte delle regioni (13), con l'eccezione della Valle d'Aosta (31,6%), delle Marche (43,2%), dell'Abruzzo e del Molise (39%), della Puglia (31,4%), della Calabria (47,4%) e della Sardegna (44%).
 
La massima concentrazione di beneficiari stranieri si registra nel Lazio (80,2%), in Liguria (74,8%) e in Lombardia (71,2%), ma resta consistente in tutte le regioni del Nord e in quelle della costa tirrenica a cui va aggiunta anche l'Umbria.
 
La situazione si inverte tra i beneficiari con cittadinanza italiana (36,5% in totale), ove prevale leggermente il sottogruppo femminile (39,5%) su quello maschile (34,1%).
 
Rispetto al 2016 assistiamo ad un aumento complessivo degli stranieri (+ 6,3 punti percentuali), più pronunciato nel sottogruppo femminile (+ 9 punti percentuali) che nel sottogruppo maschile (+ 4,3 punti percentuali).
 
In continuità con le tendenze già osservate negli anni precedenti, anche nel 2017 la componente più numerosa tra gli assistiti non è rappresentata dagli anziani (65 anni e più: 13,2%), ma dagli adulti (65,2%) e in subordine dai minori (21,6%).
 
Rispetto al 2016 si osserva che l'incidenza degli assistiti anziani si riduce (-5,2 punti percentuali), con un corrispondente aumento degli adulti (+ 2 punti percentuali) e dei minori (+3,2 punti percentuali). Tra gli assistiti stranieri del 2017 la componente anziana pesa solo per il 9,2%, molto meno della componente più giovane (0-17: 21,9%). Anche tra gli italiani la componente giovanile sopravanza, sia pure di poco, la componente anziana (20,9% vs 20,2%), mentre la componente adulta si contrae rispetto alla media generale (59% vs 65,2%). Rispetto al 2016, va segnalato che tra gli italiani si registra un sensibile aumento degli assistiti in giovane età (+4,5 punti percentuali) e in età adulta (+3,3 punti percentuali), a cui corrisponde un altrettanto sensibile riduzione della componente anziana (-7,5 punti percentuali). 

14 gennaio 2018
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