Lazio. Settimana dei Pronto Soccorso. Simeu: “Aumentati del 36% in 10 anni gli accessi degli over 80”
Il dato a fronte della riduzione del numero totale di accessi nei Pronto soccorso. Susi (Simeu Lazio): “Le difficoltà ad accedere alle cure per problemi logistici ed economici, fanno riversare questa popolazione verso il Ps, unica struttura sanitaria aperta 24 ore per le richieste di salute. Occorre riprogrammare il sistema sanitario in base alle nuove esigenze”.
26 MAG - I pazienti con più di 80 anni aumentano nei Pronto soccorso italiani al ritmo di circa 100.000 persone in più ogni anno. Nel Lazio, i dati relativi al periodo 2005-2015 estrapolati dal sistema informatico (Gipse) unico di tutti i pronto soccorso regionali, a fronte del trend in discesa di accessi totali al pronto soccorso (-290.000 in 10 anni circa), si registra un incremento degli accessi in Pronto soccorso degli ultraottantenni (da 135 mila a 184 mila) che dal 6,12% del totale nel 2005 passano al 9,55% nel 2015. In linea con il dato nazionale.
I ricoverati ultraottantenni pur passando da 60.689 del 2005 a 70.844 del 2015,rappresentano rispettivamente il 44.67% e 38.41% di quella fascia di età: quindi pur aumentando di 10.000 unità in 10 anni si ricoverano in percentuale minore.
“Questo dato – afferma
Beniamino Susi, presidente Simeu Lazio, presentando i dati in occasione della
Settimana nazionale dei Pronto Soccorso - ci deve far pensare a ripetuti accessi (magari non sempre caratterizzati da vera emergenza sanitaria), prolungate permanenze in pronto soccorso che portano a dimissioni entro 3-4 giorni direttamente, senza ricovero, e difficoltà a reperire posti letto. Interessante infine la presenza dei centenari che passano nel giro di 10 anni da 383 a 701 (quasi raddoppiando)”.
Il paziente con più di 80 anni che si rivolge all'emergenza sanitaria si definisce “fragile” perché ha spesso un quadro clinico complicato, con malattie croniche, spesso più di una, riacutizzate per un evento scatenante che costituisce la causa della corsa in pronto soccorso. Richiede quindi cure particolari, con competenze plurispecialistiche in un approccio che nella maggioranza dei casi comporta la necessità di un ricovero ospedaliero per necessità di un percorso di cura e non si esaurisce in pronto soccorso. “La presenza sempre più numerosa degli anziani nei Ps – spiega ancora Beniamino Susi – rappresenta sicuramente una criticità perché si tratta di malati complessi, con più patologie, decine di farmaci da assumere nelle 24 ore, spesso non autosufficienti e bisognosi di un grosso supporto assistenziale. A ciò si aggiungono le difficoltà ad accedere alle cure per problemi logistici ed economici, che fanno riversare questa popolazione verso il Ps, unica struttura sanitaria aperta 24 ore per le richieste di salute. Restando invariato il trend, il risultato sarà un ps sempre affollato non perché aumentano gli accessi, ma perché è difficile ricoverare in reparto velocemente i pazienti bisognosi di proseguire le cure sopo il pronto soccorso”.
Per Susi “bisogna quindi avere un quadro preciso della situazione attuale relativamente all'invecchiamento della popolazione per poter riprogrammare il sistema sanitario in base alle nuove esigenze demografiche, per evitare che il sistema imploda”.
“Per questo oggi il personale dei pronto soccorso – spiega
Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu – anche al di là delle specifiche competenze sanitarie, si attiva con i servizi socio-sanitari del territorio, associazioni e istituzioni per costruire la rete con le strutture esistenti e che possano essere coinvolte sul singolo caso. Ma la situazione è ancora troppo diversa da regione a regione per poter garantire a tutti lo stesso servizio”.
Sul tema dei percorsi di cura socio sanitaria necessari per il paziente anziano fra ospedale e territorio, in occasione della Settimana nazionale dei Pronto Soccorso, saranno organizzati in molte città incontri con istituzioni e associazioni negli spazi di Centri anziani, Case del quartiere e altri luoghi pubblici, oltre a iniziative di piazza e Porte aperte nei pronto soccorso di alcuni ospedali.
“Anche quest'anno – spiega inoltre la nota della Simeu - il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva conferma la collaborazione con Simeu in occasione della Settimana nazionale del Pronto Soccorso, condividendo la necessità di far rete in difesa del Servizio sanitario nazionale che anima la manifestazione. “È importante la collaborazione con Simeu - spiega
Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - per migliorare uno dei servizi simbolo del Ssn, aperto ai cittadini a tutte le ore del giorno e della notte. Frutto del nostro lavoro congiunto è il monitoraggio sulle caratteristiche strutturali – organizzative e sull’attenzione alla persona nei Pronto Soccorso, di cui presenteremo prossimamente i dati”.
“Per iniziativa dei Giovani medici Simeu – spiega ancora la nota della Simeu Lazio -, nei pronto soccorso del Lazio aderenti alla Settimana nazionale Simeu sarà distribuito un questionario, da compilare in forma anonima, per registrare alcune caratteristiche della popolazione di pazienti anziani dell'emergenza, dal motivo di accesso in pronto soccorso, al livello di fragilità e alle necessità di assistenza quotidiana del singolo caso, al livello economico della famiglia di appartenenza. Più genericamente, in molte scuole primarie e secondarie di primo grado, sul territorio delle diverse regioni, saranno attivati corsi di primo soccorso per i ragazzi che seguiranno moduli formativi studiati appositamente dalla società scientifica, che prevedono una parte teorica e anche una applicazione pratica dei principi di pronto intervento, sotto la guida dei formatori Simeu”.
26 maggio 2016
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