Roma. San Camillo. Un paziente trovato nel letto di una donna ricoverata e sedata. Intervento infermieri evita il peggio
L’episodio è avvenuto questa mattina nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale romano. Un’infermiera di turno si è accorta che un ricoverato era assente dalla sua stanza e ha dato l’allarme ai colleghi che hanno rintracciato l’uomo appoggiato al letto di una paziente in un’altra stanza dell’ospedale.
07 MAG - Cosa sia accaduto realmente è ancora oggetto di indagini. Una cosa è certa: un paziente maschio è stato trovato nel letto di una paziente donna nel reparto di neurochirigia dell'ospedale San Camillo di Roma attorno alle 5.30 di sabato mattina.
La dinamica dell'accaduto è stata così ricostruita dalla direzione aziendale dell'ospedale romano che ha invitao la seguente nota stampa: “Questa mattina intorno alle 5.30 un'infermiera in turno al secondo piano del padiglione Lancisi dell’ospedale San Camillo di Roma, mentre effettuava il continuo e assiduo controllo dei 19 pazienti dislocati in sei stanze, notava che un paziente (uomo di anni 44) non si trovava nel suo letto.
L'infermiera allertava immediatamente gli altri tre operatori presenti, il medico di guardia, la vigilanza interna e la polizia. Simultaneamente gli operatori avviavano un controllo di tutti i locali del piano. L'uomo subito dopo, veniva trovato appoggiato al letto di una paziente.
Il paziente ricoverato per una frattura alla schiena, con storia di tossicodipendenza e in trattamento di terapia sostitutiva, veniva fino all'arrivo della Polizia sorvegliato dall'operatore socio-sanitario presente in turno. La massima attenzione veniva destinata alla donna, presa in carico dagli infermieri e accompagnata dal medico per essere sottoposta a visita specialistica. Sul luogo interveniva la polizia scientifica per tutti i rilievi del caso.
E' grazie alla tempestività e ai rigorosi controlli effettuati dal personale infermieristico e di supporto che hanno mostrato competenza e professionalità che si è potuto scongiurare un grave episodio di violenza, che avrebbe potuto avere pesanti ripercussioni sulla vita della signora coinvolta e sulla tranquilità degli altri pazienti”, conclude la Direzione dell’azienda ospedaliera romana.
07 maggio 2016
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