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Roma. Croce Rossa denuncia: “Ci devono pagare 7 milioni”. La Regione: “Soldi pronti. Ma dovevate aderire ad accordo su pagamenti”

Botta e risposta tra la Croce Rossa provinciale e la Regione. La prima accusa la Regione di non pagare il dovuto e di mettere così a rischio l’attività dei mezzi di soccorso, ma Zingaretti rispedisce le accuse al mittente: "Se aveste aderito all’accordo sui pagamenti sareste stati liquidati entro 60 giorni come gli altri fornitori".

08 LUG - “Non c’è alcun rischio per i servizi di emergenza assicurati all’Ares da parte del Comitato provinciale di Roma della Croce Rossa italiana”. Lo assicura la Regione Lazio in una nota di risposta alla denuncia lanciata dal Comitato Provinciale di Roma di Croce Rossa Italiana, che rivendicando un credito di oltre 7 milioni di euro verso l’Ares 118, ha lanciato l’allarme sull’impossibilità di continuare l’attività di soccorso in assenza del pagamento di tale somma. “Il mancato pagamento delle rimesse mensili sta creando una situazione allarmante che, non solo sta impedendo di pagare gli stipendi ai dipendenti – l’ultimo stipendio corrisposto è quello di aprile – ma mette a rischio nei prossimi giorni anche la normale attività di approvvigionamento di farmaci e carburante e di tutti quei materiali e servizi necessari a rendere operativi i mezzi di soccorso”, ha affermato la Croce Rossa nella nota, spiegando che “Tutto il personale è entrato, comprensibilmente, in uno stato di agitazione” tanto che il Nursind e la Uilflp hanno annunciato che, in assenza di risposte e di un incontro urgente,  convocherà una manifestazione sotto la sede della Regione Lazio per il 17 luglio.

“Sono molto vicino ai lavoratori – ha affermato Flavio Ronzi, Presidente di Croce Rossa di Roma - e comprendo profondamente il loro stato di sconforto e preoccupazione. Anche per questo rivolgo un fermo invito al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a porre questa situazione tra le priorità e le urgenze da affrontare.  Qui è a rischio l’economia di intere famiglie di lavoratori ed è a rischio anche la salute dei cittadini romani se le ambulanze dovessero fermarsi. Siamo di fronte ad una situazione ormai strutturale di ritardi nei pagamenti da parte di Ares 118 nei nostri confronti. Nonostante questo, fino ad oggi, abbiamo garantito il servizio di emergenza ma adesso siamo nella situazione che per molti dipendenti è addirittura impossibile sostenere le spese per raggiungere la sede di lavoro. Per parte nostra abbiamo scongiurato l’interruzione di un pubblico servizio come è il servizio d’emergenza 118 e vorremmo poter continuare a garantirlo. Non vorremmo, invece, che a Roma si stia creando una situazione tale per cui le ambulanze di Croce Rossa Italiana devono restare parcheggiate senza benzina, con i lavoratori e le loro famiglie sul lastrico, magari per favorire al loro posto imprese private”, ha concluso

La risposta della Regione Lazio non si è fatta attendere. “La rimessa per saldare i crediti – ha assicurato - è già stata determinata e i fondi arriveranno nei prossimi giorni”. Ma la Regione non ci sta a passare per quella che non paga. “Questo problema – sottolinea nella nota - non si sarebbe verificato se la Cri provinciale avesse aderito, a suo tempo, all’accordo sui pagamenti in vigore nella Regione Lazio utilizzato ormai dalla stragrande maggioranza dei fornitori che liquida le fatture entro 60 giorni dall’emissione. L’adesione all’accordo ora è diventato più stringente per tutti i fornitori del sistema sanitario regionale e dunque – conclude la nota della Regione Lazio - siamo fiduciosi nell’adesione della Cri provinciale cosi da evitare che in futuro si ripetano criticità di questo genere”.

08 luglio 2015
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