Lazio. Agostini (Pd): “Positivo accorpamento Asl Roma B e C. Ora un manager di portata nazionale, da scegliere con avviso pubblico”
Il consigliere regionale elogia comunque l'operato di Carlo Saitto, direttore generale della Asl RmC. “Ha ricevuto attacchi immeritati, in base a tutti gli indicatori degli istituti di valutazione scelti dalla Regione, risulta essere tra i migliori".
06 LUG - La scelta di procedere all'accorpamento e fusione delle Asl Roma B e C, materia di dibattito in questi giorni, “è positiva perché in linea con l'indicazione di riduzione delle aziende formulata dal Consiglio regionale”. E’ la valutazione espressa dal consigliere regionale del Partito Democratico
Riccardo Agostini, membro della Commissione Sanità.
“Siamo di fronte una sfida altissima – sottolinea - si tratta di dare vita ad una Azienda sanitaria che va dalla Tiburtina alla Cristoforo Colombo con oltre un milione di abitanti, cioè quasi un terzo della popolazione romana. Nel suo perimetro ospita 9 ospedali (S. Eugenio, Pertini, Cto, S. Giovanni, Policlinico Casilino, Policlinico Tor Vergata, Campus Biomedico, Ifo) e in base al valore del fatturato attuale delle due Asl dovrebbe gestire oltre 2 miliardi l’anno, cioè un quinto dell'intero fondo sanitario regionale 2014”.
Numeri imponenti che, osserva Agostini,” bastano da soli a far capire che per gestire un'operazione di queste dimensioni, che interessa la vita di migliaia di lavoratori, tra medici infermieri tecnici e amministrativi, deve essere ben programmata ed ancora meglio governata”.
Il consigliere regionale del Pd ringrazia l'attuale management delle due Asl “per il grande lavoro svolto in questi due anni. Particolare riconoscenza al direttore delle Asl RM C
Carlo Saitto, fatto oggetto in questi giorni di attacchi immeritati da parte di esponenti dell’opposizione. Infatti, in base a tutti gli indicatori degli istituti di valutazione scelti dalla Regione, risulta essere tra i migliori, e consegna all'ipotesi di fusione una realtà aziendale risanata e performante: di questo credo gli vada dato atto”.
Per realizzare una fusione di tale portata è comunque necessario “ricorrere alle prestazioni di un manager di livello nazionale, da ricercare preferibilmente con un avviso pubblico. In subordine, se prevalessero ragioni di urgenza, si può cercare il nome adatto tra quelli inseriti nella short list che servì per scegliere gli attuali direttori generali neanche due anni fa e che fornisce garanzie di competenza. Così si potrà scrivere una bella pagina nella riorganizzazione della sanità del Lazio, e – conclude - credo che il Pd e questa maggioranza sia in grado di farlo con grande serenità e impegno per il bene comune”.
06 luglio 2015
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