Lazio. Dopo dieci anni di attesa inaugurato Polo Oncoemtologico del San Giovanni. Investimento da 30 mln
La nuova struttura è dotata di risorse tecnologiche quantitative e qualitative di ultima generazione: oltre alla Tomoterapia già in funzione, 2 linac con collimatori multilamellari a 120 lamelle, 1 simul-TC multislice a 16 strati e attrezzature per la brachiterapia. Zingaretti: "Non servono mille ospedali che fanno tutto, ma poli di cura di qualità".
19 GEN - Un investimento da 25 mln per le opere strutturali e gli impianti e da 5 mln per la dotazione delle attrezzature necessarie. Sono i fondi erogati dalla Regione Lazio per finanziare il nuovo Polo Oncoematologico del Complesso ospedaliero San Giovanni – Addolorata, inaugurato stamane a Roma e progettato dall’architetto Paolo Portoghesi.
La struttura occupa un’intera ala del Presidio ospedaliero Addolorata e si sviluppa su quattro piani ove si collocano i reparti di radioterapia (piano -1 e 0), oncologia medica (1), ematologia (2); nella parte centrale dell’edificio sono collocati i relativi ambulatori e D.H. e nella parte laterale le degenze. E’ dotato di risorse tecnologiche quantitative e qualitative di ultima generazione. Tra questi emergono, oltre alla Tomoterapia già in funzione, 2 linac con collimatori multilamellari a 120 lamelle, 1 simul-TC multislice a 16 strati e attrezzature per la brachiterapia.
L’Azienda ha aderito al Progetto ‘Arte per la vita’ che da anni si occupa di trasformare gli ambienti ospedalieri dei reparti di Oncologia medica in luoghi dove anche la mente possa trovare sollievo. Attraverso l’utilizzo di opere d’arte, donate da artisti generosi, l’ospedale si trasforma in un ambiente dominato da colore, armonia e vitalità con l’intento di catturare la mente e distogliere i pensieri dalla malattia e far si che la leggerezza artistica contribuisca ad alleviare inquietudine e sofferenza.
“Con la presentazione all’opinione pubblica del nuovo polo il Complesso ospedaliero San Giovanni – Addolorata si arricchisce di un’altra struttura ammodernata e immediatamente fruibile – ha commentato
Ilde Coiro, direttore Generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni – Addolorata - In altri termini il polo è già in esercizio in ambienti ristrutturati e umanizzati. La razionalizzazione dei processi e il rinnovamento tecnologico consentiranno di dare risposte adeguate ai bisogni assistenziali dei malati oncologici di un vasto territorio della citta di Roma – continua Coiro – grazie al trasferimento dell’Oncologia del Sant’Eugenio presso l’Ospedale Addolorata in attuazione del progetto previsto nel piano di riordino della rete ospedaliera come da decreto commissariale 412 del 2014 e pubblicato sul Bollettino della Regione Lazio 97 dello scorso 4 dicembre”.
“Questo reparto rischiava di diventare la Salerno-Reggio Calabria della sanità d’Italia. Ma è anche il simbolo della forza del bene, di quello che riusciamo a fare quando tiriamo tutti nella stessa direzione – ha esultato il governatore
Nicola Zingaretti - Oggi inauguriamo uno dei migliori reparti di Oncoematologia, sicuramente del centrosud Italia, sul quale, nel tempo, erano stati investiti circa 30 milioni di euro, ma che era chiuso da troppo tempo. Un altro segnale importante che vogliamo dare: la sanità nel Lazio sta cambiando e stiamo costruendo, con una nuova visione che abbiamo in testa, un nuovo modello fondato sulla sanità territoriale, le Case della salute e gli ambulatori dei medici di medicina generale, e su alcuni grandi poli di cura ospedalieri come questo, che devono costituire l’eccellenza. A noi non servono mille ospedali che fanno tutto, ma poli di cura di grandissima qualità e da oggi Roma ha un nuovo Polo oncologico di questo livello. Non abbiamo certo risolto tutti i problemi – ha concluso – ma è un altro segnale che ce la stiamo mettendo tutta per cambiare quello che sembrava impossibile”.
“Quello di oggi è un momento importante per la sanità di Roma e del centro sud del Paese. Avere a Roma una struttura così è rassicurante non solo per la città- ha sottolineato sindaco di Roma
Ignazio Marino - Ci sono due aspetti da rimarcare. Il primo è di carattere amministrativo: in un momento difficile e in una fase di commissariamento la giunta regionale ha seguito il percorso migliore, coinvolgere gli operatori di diverse strutture: del S. Giovanni, del S. Eugenio e del Celio. Questo ha permesso di avere tutte le risorse umane necessarie per far funzionare apparecchiature che letteralmente restituiscono la vita a pazienti con patologie neoplastiche. Vedere attivi apparecchi che erano qui inutilizzati da anni è il segnale di una sanità che invece vuole rinascere soprattutto sull’investimento nel servizio pubblico. È molto importante anche l’attenzione degli infermieri e dei medici, che sarà presente nella cura dei malati perché chi ha una malattia neoplastica vuole sentire che il proprio infermiere e il proprio medico sono lì e non se ne andranno finchè il pericolo non sarà passato. Questo è uno degli aspetti più importanti della cura, quel rapporto umano – ha concluso Marino – che sono certo in questa struttura non mancherà”.
19 gennaio 2015
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