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Lazio. Rocca: “Oltre 200 milioni di spesa farmaceutica per prescrizioni inutili”. Per la Fimmg una “fake news”

Il sindacato interviene sulle dichiarazioni rilasciate in una intervista al Corsera dal presidente, che attribuendo la distorsione al fenomeno della medicina difensiva ha detto di aspettarsi “lo stesso volume di sprechi nella specialistica ambulatoriale”. Per la Fimmg Lazio si è di fronte a “inspiegabile pregiudizio e/o cattiva informazione”. Per il sindacato “se quella di Rocca è una provocazione non ci sembra corretta, se è un’accusa non ci sembra documentata”.

07 GEN - “Leggiamo stupiti l’ennesima dichiarazione del Presidente della Regione Lazio, Dott Francesco Rocca, che continua a sottolineare, non si sa in base a quali dati e con quale criterio, che nel Lazio esistono 200 milioni di spesa per prescrizioni inappropriate, eseguite dai medici di famiglia. Inoltre, cosa nuova, dichiara come ci siano altrettante spese inappropriate per le prescrizioni diagnostiche. Vere Fake news.” Così la Fimmg Lazio commenta le dichiarazioni rilasciate da Rocca in un’intervista al Corriere della Sera pubblicata il 3 gennaio, in cui Rocca, parlando della lotta alle liste d’attesa e sottolineando la “situazione drammatica da cui partivamo”, ha puntato il dito contro l’inappropriatezza delle prescrizioni: “Troppe ricette legate al fenomeno della medicina difensiva attuata dai medici, intimoriti dal rischio di esser denunciati. Abbiamo visto – ancora le parole del governatore – che nel campo della farmaceutica oltre 200 milioni sono stati spesi per prescrizioni inutili. E mi aspetto lo stesso volume di sprechi nella specialistica ambulatoriale”.

Dichiarazioni che, per la Fimmg, rappresentano un vero e proprio attacco ai medici di medicina generale. Il sindacato, in una nota, ha quindi precisato come “sulla spesa farmaceutica convenzionata, quella attribuibile ai medici di famiglia, siamo, (dati AIFA,) sotto il tetto di spesa previsto. Per arrivare, calcolatrice alla mano, ai dati di presunta inappropriatezza dichiarati dal Presidente, la popolazione della nostra regione dovrebbe essere composta prevalentemente da baldi venticinquenni, in linea e sportivi. E non risulta sia così. Quindi la domanda, già posta senza ottenere risposta alcuna al Presidente, è: possiamo vedere i dati alla base della sua dichiarazione? Perché è chiaro che i primi interessati, da medici, ad evitare l’utilizzo non congruo di farmaci siamo noi. Ma, non è dato sapere, benché richiesto, al di là delle accuse, quale sia il corpo del reato”.

Per la Fimmg Lazio “sull’appropriatezza delle prestazioni diagnostiche e strumentali, poi, siamo al festival dell’ovvio. Ma non ci stupiamo del fatto che alla base delle dichiarazioni ci siano pochi fatti e molto, ma molto, inspiegabile pregiudizio e/o cattiva informazione. Sulle prestazioni diagnostiche e strumentali in una Regione che ha molte strutture private, accreditate, di ricerca a carattere scientifico, classificate, non dotate di ricettario regionale, è lapalissiano che tali prestazioni ricadano inevitabilmente sui medici di famiglia, che, invece di essere sollevati da oneri burocratici ne sono seppelliti, vedi ultima vicenda del nomenclatore delle prestazioni piombato dal nulla sui nostri studi”.

La Fimmg parla di dichiarazioni che “invece di cercare soluzioni, sollevano accuse senza costrutto e creano ulteriori problemi. Cosa vorrebbe questa Regione che i medici non prescrivano più i farmaci necessari, esami di laboratorio e indagini strumentali richiesti anche da strutture accreditate non fornite di ricettario regionale? Se è una provocazione non ci sembra corretta, se è un’accusa non ci sembra documentata, anzi. Siamo, come sempre, disponibili a collaborare, nel rispetto reciproco, per migliorare un servizio pubblico al quale noi teniamo più di molti altri, soprattutto per favorire l’uscita dal piano di rientro che comporta un carico fiscale pesante sui cittadini, così come cerchiamo di essere coerenti con le azioni e le dichiarazioni rispetto agli obiettivi prefissati”.

“Spiace constatare invece – prosegue la Fimmg Lazio - come da una parte ci si lamenti della mancanza di medici, della fuga all’estero e dal servizio pubblico dei medici, dall’altra invece si dichiarino cose che favoriscono non poco la disaffezione dei medici di questa regione verso un sistema pubblico che negli ultimi periodi, per usare un eufemismo, non brilla certo per efficienza, vedi i dati sul ‘turismo sanitario’ che costa alla Regione oltre 120 di milioni di euro per cittadini residenti nel Lazio (dati questi certi e pubblicati da Agenas), che scelgono di farsi curare in altre regioni Italiane: di questo si dovrebbe occupare il Presidente aldilà dei proclami”.

“Meritiamo rispetto - conclude la Fimmg Lazio - per la passione che mettiamo nel nostro lavoro quotidiano e avremmo bisogno di una organizzazione sanitaria che ci aiuti a svolgerlo nel migliore dei modi con serenità e non con attacchi ingiustificati, reiterati e non documentati”.

07 gennaio 2025
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