“I primi di dicembre, la legge 33/2023 comincerà ad essere applicata a Roma, nel quartiere di Tor Bella Monaca. Da allora, tutti gli anziani verranno contattati da Asl, ospedali, cooperative per essere seguiti, con l’intento che restino a casa. L’ospedale che va a casa, non viceversa: è questa la logica”.
Così mons. Vincenzo Paglia (presidente della Pontificia Accademia per la Vita, già presidente della commissione ministeriale per la riforma dell’assistenza agli anziani) in occasione dell’incontro “Curare l’inguaribile, un diritto per tutti” che si è tenuto alla basilica di San Bartolomeo a Roma.
“Se noi anziani veniamo curati a casa – ha continuato Paglia - non andiamo al pronto soccorso e non pesiamo sul sistema sanitario. I miliardi che vengono così risparmiati, devono essere impiegati per allargare il progetto in altri quartieri. Ma il tema è soprattutto creare una nuova cultura della cura. Perché la vera malattia è l’abbandono”.
All’incontro ha preso parte anche Roberto Monaco (segretario della Fnomceo) in rappresentanza della categoria: “Il medico deve dare dignità alla malattia e di conseguenza alla persona. Stiamo lavorando a una revisione del nostro Codice deontologico improntata a una migliore comunicazione medico-paziente. Perché la relazione di cura, fa parte della cura”.
Sullo sfondo le parole di Papa Francesco, lo scorso febbraio: “Anche quando le possibilità di guarigione sono minime, tutti i malati hanno diritto all’accompagnamento medico, all’accompagnamento psicologico, all’accompagnamento spirituale, all’accompagnamento umano. (…) Le famiglie non possono essere lasciate sole in questi momenti difficili. Il loro ruolo è decisivo. Devono disporre di mezzi adeguati per fornire il supporto fisico, il supporto spirituale, il supporto sociale”.
Un tema molto attuale. Il prossimo 28 novembre, ha annunciato mons. Paglia, i palliativisti saranno ricevuti da Mattarella.