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Zingaretti: “Ora guerra a liste d’attesa”. Magi (Sumai): “Ma servono strumenti adeguati”

Per il presidente della Regione l’attuale situazione del Covid consente di concentrarsi su un’altra emergenza, quella delle malattie trascurate a causa della pandemia. Il presidente del Sumai risponde all’appello, “però - chiarisce - le armi devono essere quelle previste dall’ACN a partire dall’aumento a 38 ore per i circa 1500 specialisti ambulatoriali interni in servizio nel Lazio”.

15 FEB - “Siamo dentro una nuova fase rispetto al Covid. Ora bisogna, nella sanità, aprire la guerra alle liste d’attesa". Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti intervenendo ieri all’inaugurazione del nuovo reparto di Medicina Nucleare al Policlinico Campus Bio Medico di Roma. Per Zingaretti è una sfida importante ma che è possibile affrontare anche grazie ai miglioramenti che la sanità regionale ha vissuto negli ultimi anni. “Fino a qualche anno fa non esisteva un modello sanitario del Lazio. C'erano tante strutture. Avevamo un'immensa spesa pubblica e pochissima qualità. Questi due elementi oggi sono invertiti: abbiamo messo sotto controllo la spesa e aumentato di molto i livelli essenziali di assistenza”, ha detto il presidente.

Il Sumai Assoprof risponde alla chiamata del presidente Zingaretti, “sono d'altronde due anni che siamo pronti e in attesa che la guerra inizi davvero”, ma chiede anche chiarezza sugli strumenti per vincere la sfida. “Le armi - precisa Antonio Magi, segretario Generale del Sumai Assoprof - però, oltre agli ambulatori aperti fino alle 22 (questa era la proposta/promessa sempre della Regione nel maggio 2020 mai attuata), devono però includere quanto già previsto dalle norme vigenti e cioè più concretamente portare a 38 ore i circa 1500 specialisti ambulatoriali interni, in servizio nel Lazio, che attualmente lavorano in media 20 ore settimanali. Chiaramente anche sostituendo i colleghi specialisti ambulatoriali che sono andati nel frattempo in quiescenza e non sostituiti. Il raggiungimento del massimale orario permetterebbe così di aggiungere alle attuali prestazioni specialistiche circa 6 milioni di ulteriori esami dimezzando di fatto le liste d’attesa”.

“Il suggerimento, quindi - conclude Magi -, è di ottimizzare ciò che già abbiamo in casa invece di cercare eventuali soluzioni fantasiose. Soltanto così governeremo le liste d’attesa altrimenti, come dicono a Napoli, si fa solo ammuina oppure, peggio, si fa finta di combattere le guerre limitandosi a dichiararle senza lottare realmente”.

15 febbraio 2022
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