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Covid. Fismu e Cisl Medici: “Serve un nuovo accordo per mettere in sicurezza la medicina generale”


Appello dei due sindacati alle altre organizzazioni: “Serve un fronte unito per chiedere al ministro speranza, alle Regioni che si chiuda il triennio precedente e si apra un tavolo per un nuovo accordo nazionale”.

14 LUG - Alla luce delle varie iniziative parlamentari in discussione e dei progetti all’esame del ministero della Salute, Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu e Cisl Medici chiedono la ‘messa in sicurezza’ dell’area delle cure primarie e della medicina generale con due passaggi: subito la firma dell'accordo del triennio precedente, quindi l’apertura immediata del tavolo per un nuovo Accordo Collettivo Nazionale che riorganizzi la rete dei servizi sanitari sul territorio. 
 
“A fronte dei rischi di una nuova ondata di contagi, la medicina generale e del territorio rimane da mesi al palo, senza risorse e personale, con sempre meno professionisti (anche nel 118) e senza un nuovo accordo di lavoro”. Questa la denuncia lanciata da Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu e da Biagio Papotto, segretario nazionale Cisl Medici che sottolineano: “Torna l’emergenza contagi e le Istituzioni, come da copione, chiamano in causa i medici di famiglia, invocando un loro coinvolgimento per la nuova campagna di vaccinazione. Ma anche in questi mesi tutte le proposte della categoria sono rimaste inascoltate e il carico burocratico (e improprio) sui professionisti invece è aumentato. Serve una risposta seria, riformatrice, su tutto il territorio, per potenziare la rete dei servizi sanitari, dal 118 fino alla medicina generale, passando per la specialistica ambulatoriale”. 
 
“Si ritorna a parlare in questi giorni di coinvolgere i medici sul territorio per la campagna vaccinale per le terze dosi e per intercettare la fascia di pazienti ancora non vaccinati - continuano i due dirigenti sindacali - ma quando abbiamo chiesto al ministro e alle regioni, di far convocare un tavolo di trattativa alla Sisac (l’ente che si occupa della contrattazioni nazionali) per un nuovo accordo che regoli queste questioni, non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Anzi sono aumentate le pressioni e le critiche ingiuste dell’opinione pubblica contro la categoria e i servizi sanitari pubblici sul territorio. E allora insistiamo: bisogna prevedere più medici formati, più personale adeguato infermieristico e amministrativo per gli ambulatori di medicina generale, spazi adeguati. E non basta: nel coordinamento e governo della campagna è centrale il ruolo degli stessi medici di medicina generale, quindi più innovazione con la messa a regime del Fascicolo Sanitario elettronico e con la condivisione nazionale dei dati dei pazienti. Inoltre è fondamentale rilanciare il settore dell’emergenza-urgenza, del 118, dove assistiamo a una fuga costante di professionisti ancora in regime di convenzione, perché senza alcuna tutela”.
 
“Ancora una volta - concludono Esposito e Papotto - facciamo un appello a tutti i sindacati affinché si dia una risposta unitaria, e alla Fnomceo di supportarla. Chiediamo al ministro Speranza e alle Regioni la ‘messa in sicurezza’ dell’area delle cure primarie con due passaggi: subito la firma dell'accordo del triennio precedente, quindi l’apertura immediata del tavolo con la Sisac per un nuovo Accordo Collettivo Nazionale che riorganizzi la rete dei servizi sanitari sul territorio, serve con urgenza un degno e serio Acn, che sia ampio, finanziato e organico, che rilanci e valorizzi la medicina generale e la sanità pubblica sul territorio”. 

14 luglio 2021
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