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Covid. Le novità per la sicurezza nei luoghi di lavoro

di Domenico Della Porta

"La stipula del Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contenimento e il contrasto della diffusione del virus Sars-CoV-2 negli ambienti di lavoro https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=94341 rappresenta, piuttosto, un punto di avanzamento importante in quanto le opportunità di questo accordo devono essere ora colte anche per le realtà della pubblica amministrazione, compreso il Servizio Sanitario Nazionale", ha sottolineato Maurizio Petriccioli, Segretario Generale CISL FP

09 APR - Il Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi Socio Sanitari e Socio Assistenziali in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19 del 24 aprile 2020, quale addendum al famoso e noto Protocollo Condiviso del 14 aprile 2020, sottoscritto dal Ministro della Salute Roberto Speranza e dalle tre sigle sindacali CGIL, CISL e UIL, continuerà ad essere operativo all’indomani della recente approvazione del Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contenimento e il contrasto della diffusione del virus Sars-CoV-2 negli ambienti di lavoro di qualche giorno fa.
 
Ad affermarlo è stato Maurizio Petriccioli, Segretario Generale CISL FP nonché componente del Comitato istituito a margine del medesimo Protocollo del Ministero della Salute, che non ha esitato a sottolineare la necessità, adesso più che mai, di rivedere ed integrare le finalità del predetto documento firmato ad aprile dello scorso anno.
 
"La stipula del Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contenimento e il contrasto della diffusione del virus Sars-CoV-2 negli ambienti di lavoro del 6 aprile 2021 rappresenta, piuttosto, un punto di avanzamento importante in quanto le opportunità di questo accordo devono essere ora colte anche per le realtà della pubblica amministrazione, compreso il Servizio Sanitario Nazionale", ha aggiunto Petriccioli.
 
Tra gli approfondimenti da programmare da parte del Comitato, a nostro parere, sarebbe utile affrontare il rischio biologico associato al COVID-19 che nasce come fattore esogeno all’azienda, tale da comportare una variazione dell’attività produttiva e dell’organizzazione del lavoro, che lo rende fattore endogeno, in qualche misura, quindi, integrato e prevedibile nel contesto dell’attività produttiva.
 
Ciò determina l’esigenza di adottare specifiche misure di prevenzione in termini di revisione della configurazione degli ambienti anche nelle strutture sanitarie - postazioni lavorative, spogliatoi, mense, aree comuni – e delle modalità di lavoro - smartwork, turnazioni, mobilità interna ed esterna.
 
La gestione dell’emergenza da COVID-19 ha interessato fin da subito i lavoratori, le loro rappresentanze e le associazioni sindacali con nuove o aggiornate misure di salvaguardia che dovrebbero essere adottate e implementate a valle di un percorso ampio di condivisione delle stesse con i lavoratori, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e i datori di lavoro.
 
Nei settori più esposti al rischio biologico, come quello sanitario, il Documento di valutazione dei rischi (DVR), deve essere oggetto di un rapido e significativo aggiornamento, atto a rivalutare il rischio stesso e identificare specifiche misure di salvaguardia. Tra queste, la definizione, adozione e aggiornamento continuo di procedure, protocolli o linee guida di sicurezza anticontagio, anche in considerazione dell’art. 42, co. 2, del D.L. n. 18/2020 (c.d D.L. Cura Italia) che equipara l’infezione da coronavirus, contratta in occasione di lavoro, a infortunio sul lavoro per causa virulenta, prevedendo per l’infortunato la tutela INAIL, ai sensi delle vigenti disposizioni.
 
Tale equiparazione induce a prefigurare casi di potenziali responsabilità, per il Datore di Lavoro e le altre figure della linea datoriale, in caso di mancata o inaccurata adozione delle misure di prevenzione compreso la gestione dei fornitori tramite interventi con specifiche richieste, tanto nel processo di definizione clausole contrattuali, quanto nella gestione stessa della fornitura, integrando, ad esempio nel DUVRI, presidi di controllo specifici.
 
Così pure l’estensione al comparto sanità della possibilità di lavoro agile per le mansioni che possono essere svolte da remoto, sarebbe un utile strumento di prevenzione, ferma restando la necessità di garantire adeguate condizioni di supporto al lavoratore (assistenza nell’uso delle apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause), mentre per le attività in presenza devono essere limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni, anche attraverso un piano di turnazione che punti a diminuire il più possibile i contatti. Il ricorso agli ammortizzatori sociali, alle ferie arretrate e ai congedi retribuiti può inoltre rappresentare un’ulteriore alternativa al lavoro in presenza.
 
Con l’occasione della revisione del protocollo sarà utile introdurre il discorso sulla conciliazione dei tempi di vita e lavoro anche nelle strutture sanitarie, dove troviamo una presenza consistente di personale femminile, chiamato, nella maggior parte dei casi a doversi organizzare tra orari entrata/uscita figli a scuola, orari apertura/chiusura uffici pubblici e negozi.
 
Sono infatti ancora poche le aziende sanitarie che prevedono all’interno della propria organizzazione un’ottica di genere in tal senso, prevedendo ad esempio orari flessibili in entrata/uscita, possibilità di part time per determinati periodi della vita lavorativa per esigenze temporanee, oppure il telelavoro quando possibile.
 
Questo percorso è importante perchè tutti questi carichi di vita e di lavoro spesso creano stress e diminuzione, talvolta, della produttività e dell’attenzione lavorativa quando, in questo delicato ambito, quando poi, proprio le donne sanno essere nella maggior parte dei casi molto più efficaci ed efficienti dei colleghi uomini, come dimostrato in molti studi di settore fatti al riguardo, se messe nelle giuste condizioni di vita e lavoro.
 
Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali Università degli Studi Salerno


09 aprile 2021
© Riproduzione riservata

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