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Liberalizzazioni. Indagine Secolo XIX: “Sconti in supermarket ci sono, ma non funzionano”


Sono farmaci sconosciuti o di nicchia, o ad alta diffusione ma in dosaggi poco comuni. Di conseguenza, i cittadini fanno pochi acquisti. Zorgno (Ordine dei Farmacisti di Savona): "Liberalizzati anche farmaci molto richiesti che sul bilancio di una farmacia incidono in modo consistente”.

31 MAG - Nei corner della grande distribuzione i farmaci costano in effetti meno, ma gli acquisti non decollano lo stesso. Il motivo, secondo i titolari di parafarmacia e corner, sarebbe nel fatto che quelli liberalizzati sono per lo più farmaci sconosciuti o di nicchia, o ad alta diffusione ma in dosaggi poco comuni. Il risultato è che i consumatori hanno poco da approfittare degli sconti delle coop, e continuano a preferire il tradizionale banco delle farmacie.

Per questo parafarmacie e Gdo hanno definito fin da subito "un bluff" il decreto liberalizzazioni e il decreto delisting “un bluff”. Ma le farmacie, invece, continuano a vivere con preoccupazione questa situazione. Perché, spiega il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Savona, Giovanni Zorgno, nella lista dei farmaci liberalizzati ce ne sono anche alcuni, “come il Daflon, molto richiesti e che i incidono sul bilancio di una farmacia come la mia che, anche se piccola, ne vende un buon numero di pezzi (in media uno ogni due giorni)”.

Le dichiarazioni di Zorgno arrivano a commento di un’indagine del Secolo XIX sugli sconti sui farmaci a seguito dell'approvazione del provvedimento sulle liberalizzazioni. All'indagine hanno accettato di partecipare una Ipercoop e due farmacie di Savona. E gli sconti, in effetti, ci sono.
Per il Maalox Tc 40 cpr si va dai 4 euro delle farmacie ai 3,20 dell’Ipercoop. Per la Tachipirina Flash Tab 16 cpr da 500 mg dai 5,80 ai 4,74. Ma le ragioni dietro a questi sconti, sono molteplici. La migliore capacità di acquisto in mano alle Gdo, ma anche le difficoltà di fatturato per le farmacie derivante anche dalla perdita dell’esclusiva su alcuni medicinali. Una situazione che probabilmente frena gli sconti, ma che sta provocando anche altre difficoltà alle farmacie.

“La concorrenza tra farmacie e parafarmacie – spiega Zorgno al Secolo XIX - da una parte va incontro al cittadino,ma dall’altra gli nega dei servizi fondamentali. Le farmacie in competizione tra loro sono costrette a compiere tagli, ad esempio sul personale. Se si considerano i farmacisti solo come commercianti, a risentirne sarà l’intero servizio sanitario”.

Quali saranno le conseguenze? “A oggi non ce la sentiamo di fare previsioni sul futuro – afferma il presidente dell’Ordine di Savona -, perché potrebbe succedere di tutto. Vent’anni fa non si pensava nemmeno alla possibile nascita di parafarmacie; oggi invece si stanno allargando e non sono ancora soddisfatte: vorrebbero poter vendere anche i farmaci con ricetta medica. Poi è arrivata la liberalizzazione degli orari, che ha creato problemi con la gestione dei turni notturni e dei festivi”.

Il timore delle farmacie è che “questa deregulation possa colpire, in futuro, anche l’acquisizione delle licenze per l’apertura di farmacie, vanificando i sacrifici che i farmacisti hanno fatto fino a oggi”.

Paolo Corte, Federfarma Savona, ricorda peraltro come la declassificazione dei farmaci “non è un evento straordinario” bensì “avviene periodicamente” e che il vero risparmio, per i cittadini, “non sta in quei pochi euro di differenza tra una farmacia e un’altra, ma nel non comprare mai medicinali di troppo”. E questo, secondo Corte, “si riesce a fare solo attraverso il dialogo con il medico o il farmacista”.
 

31 maggio 2012
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