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Vaccino Covid. Cisl Medici: “Medicina generale in prima linea”


“Come Cisl Medici concordiamo sul fatto che i nostri studi medici territoriali, con le risorse diagnostiche di primo livello e i collaboratori di studio che ci accompagnano, costituiscono un fondamentale presidio locale, diffuso capillarmente sul territorio, adatto a vaccinare l'intera nostra popolazione italiana entro l'anno in corso, iniziando, sicuramente, dalle categorie degli ultraottantenni, dei non autosufficienti, dei malati cronici, e via via tutte le altre”.

12 GEN - “Cisl Medici ritiene ottima la decisione del Governo, e prima ancora della nostra Fnomceo, che hanno sposato le nostre intenzioni manifeste di coinvolgere nella seconda fase delle vaccinazioni anti-Covid, i medici di medicina generale” – lo ha affermato il Dott. Nicola Paoli, Coordinatore Nazionale Cisl Medici per la Medicina Generale.
 
“Da qualche settimana - sottolinea Paolo - le Regioni stanno dialogando con i sindacati nei rispettivi Comitati ex art.24 della medicina generale per coinvolgerli nello sforzo comune di mettere definitivamente in sicurezza tutti i nostri cittadini nei propri territori, dopo le vaccinazione del personale sanitario, secondo quanto prestabilito dal piano strategico vaccinazione anti Cov2/covid19 e dalla presa d'atto della Conferenza Stato Regioni del 17 dicembre 2020. Tale scelta è stata riconosciuta da tutti quale frutto della “saggezza e lungimiranza” della categoria medica, che ha a cuore in primis la salute dei nostri cittadini più fragili”.
 
“Come Cisl Medici concordiamo sul fatto che i nostri studi medici territoriali, con le risorse diagnostiche di primo livello e i collaboratori di studio che ci accompagnano, costituiscono un fondamentale presidio locale, diffuso capillarmente sul territorio, adatto a vaccinare l'intera nostra popolazione italiana entro l'anno in corso, iniziando, sicuramente, dalle categorie degli ultraottantenni, dei non autosufficienti, dei malati cronici, e via via tutte le altre.
Non riteniamo – afferma Paoli - che il vaccino sia il miglior DPI, come ha dichiarato qualcuno, perchè ai nostri medici, in questo momento, sono altrettanto vitali anche i dispositivi personali individuali che in molte Regioni, purtroppo, sono inizialmente mancati, con i tamponi antigenici rapidi.
Riteniamo invece che, a prescindere dai pochi, tra i nostri medici di famiglia, che non si sono ancora vaccinati per ritardi non imputabili a loro, la medicina generale non potrà sottrarsi a tale onere ed onore nei confronti dei nostri cittadini, se sussisteranno le condizioni di sicurezza e un adeguato accordo”.
 
Saranno i Comitati delle Regioni e delle Province autonome ex art.24 della medicina generale, che verificheranno e disciplineranno la programmazione di tale attività, con modalità compatibili con quanto si sta già svolgendo sino ad oggi e con una serenità e una sicurezza consoni. Importante, a nostro avviso, insistere per il coinvolgimento, al nostro fianco, del nostro personale di studio e infermieristico, visto il comma specifico contemplato nella manovra finanziaria e le risorse rese disponibili in esso. Porremo attenzione - prosegue iPaoli - alle categorie di persone scelte, agli strumenti, ai farmaci e alle tutele assicurative, che verranno date ai nostri medici per gli eventuali effetti collaterali”.
 
“Chiederemo anche DPI e spazi extra studio, se gli studi in uso non sono adatti ad accettare assembramenti. Chiederemo garanzie per la protezione e la continuità nella catena del freddo fino ai nostri frigoriferi. Infine, - conclude Paoli - verificheremo che siano scambiate idonee informazioni sulle vaccinazioni eseguite fra il territorio e strutture pubbliche e private preposte, al fine di evitare doppioni nella programmazione o nell’esecuzione e con l’intento di evitare lunghe attese, fonte di assembramenti anomali, come si sono verificati in alcune zone d’Italia.  Siamo tutti consci che è fondamentale firmare questo storico evento che ci riporta al vertice della medicina italiana”.
  

12 gennaio 2021
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