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Farmaci generici. La Fimmg ai medici: "Usate la 'non sostituibilità'"


"Si può scegliere il branded o il generico, ma equivalente non significa identico”, spiega il segretario Giacomo Milillo. La differenza tra un branded e un generico può arrivare al 20%, ma tra due generici anche al 40%. Pronto un dossier Fimmg sul tema, i cui contenuti sono anticipati in una bozza sintetica.
 

18 APR - Il medico è responsabile, anche sotto il profilo legale, del farmaco che viene assunto dal paziente. Per questo la Fimmg dà indicazione a tutti i medici di famiglia di apporre sulle ricette l’indicazione di "non sostituibilità" in tutti i casi in cui lo ritengono necessario.

Lo ha spiegato oggi il segretario nazionale del sindacato dei medici di medicina generale in un incontro con la stampa: “Equivalente non significa identico – ha dichiarato Giacomo Milillo -, perché  la risposta di un paziente può essere diversa passando dal farmaco originale al generico o da un generico all’altro. Sottolineare questo aspetto non vuol dire mettere in discussione la validità dei generici, ma evidenziare la delicatezza della sostituibilità automatica, non solo tra farmaco ‘originator’ e generico, ma ancor più tra due diversi generici”.
 
Anche perché, come ha sottolineato il farmacologo Francesco Scaglione, bisogna tener conto del “bio creep”: se un generico per essere considerato equivalente rispetto al farmaco originario non deve differire di più del 20%, ma la differenza tra due generici può quindi arrivare ad essere del 40%. Troppo per considerarli davvero interscambiabili in una terapia.

Per fare chiarezza sulla questione Fimmg sta elaborando un dossier sui farmaci generici e sulla loro sostituibilità, che sarà disponibile a breve sul sito internet del sindacato, ma che intanto è stato reso disponibile in una prima bozza sintetica.

“Il problema della ‘bioequivalenza’ – ha detto nel corso della conferenza stampa Roberto Venesia, coordinatore nazionale della Commissione per il farmaco della Fimmg – è uno dei nodi cruciali per la ‘fidelizzazione’ dei medici famiglia al farmaco generico. Nonostante l’impegno dell’Aifa a garantire qualità e sicurezza dei farmaci equivalenti, le soluzioni proposte finora sono sostanzialmente scarse e neanche il meccanismo della “Lista di trasparenza” elimina le criticità più rilevanti insistenti nel mercato italiano”.

“Noi medici di famiglia siamo stati da subito grandi sostenitori dei farmaci generici – ha ricordato Luigi Sparano, segretario provinciale Fimmg di Napoli – che ci permettono di trattare un maggior numero di pazienti contenendo la spesa. Ma bisogna tener presente che se nel 1996, quando si cominciò a parlare di generici, per ogni principio attivo c’erano solo uno o due equivalenti, oggi per i farmaci di maggior diffusione arriviamo ad avere decine e decine di generici a disposizione. Con una variabilità che è difficile per noi verificare”.

“Per questo motivo la Fimmg ha invitato i medici di famiglia a indicare sulla ricetta la dicitura ‘non sostituibile’, sia che si tratti di un  farmaco con brand sia che si tratti di un equivalente generico  – ha concluso Milillo – a meno che non si sia professionalmente certi che il farmaco possa essere sostituito. In questo caso il medico  dovrà inserire la dicitura  ‘sostituibile con equivalente generico’ e si assumerà la responsabilità degli effetti di qualsiasi prodotto venga dispensato come medicinale equivalente generico, con prezzo più basso”.

18 aprile 2012
© Riproduzione riservata

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