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Applicazioni pratiche di telemedica in oncologia, psicologia e per l’assistenza domiciare integrata

di Fabrizio Massimo Ferrara

La strategia individuata si basa sull’utilizzo di app e strumenti di uso comune, gratuiti, già conosciuti e facilmente usabili anche dai pazienti (es. Skype, WhatsApp, etc.), organizzati e gestiti in un quadro organico all’interno dell’azienda sanitaria che permetta l’integrazione nei processi clinico-assistenziali esistenti, la protezione dei dati personali e la registrazione e la tracciabilità delle attività effettuate

18 APR - L’epidemia COVID rende sempre più urgente l’utilizzo di strumenti di sanità digitale che consentano di limitare il numero dei contatti diretti a quanto strettamente necessario, in modo da evitare il rischio di affollamenti e di contagi reciproci, sia per i pazienti che per gli operatori sanitari.
 
Alla fine di marzo, come descritto nel precedente articolo, nell’ambito della “Community per il governo dei dati” (www.dati-sanita.it) è stata avviata una iniziativa di collaborazione fra le organizzazioni sanitarie per l’individuazione di soluzioni di telemedicina che possano essere attivate immediatamente, senza richiedere tempi ed impegni in termini organizzativi, tecnici e di formazione, che non sarebbero compatibili con gli attuali contesti di emergenza.
 
E’ stato a questo scopo costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare composto, oltre che dal sottoscritto, da Americo Cicchetti (Università Cattolica del Sacro Cuore – ALTEMS: Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari), Sergio Pillon (AO San Camillo-Forlanini, CNR-ICAR), Silvia Stefanelli (Studio legale Stefanelli&Stefanelli) e Domenico Valle (Eli Lilly Italia).
 
La strategia individuata si basa sull’utilizzo di app e strumenti di uso comune, gratuiti, già conosciuti e facilmente usabili anche dai pazienti (es. Skype, WhatsApp, etc.), organizzati e gestiti in un quadro  organico all’interno dell’azienda che permetta:
a) l’integrazione nei processi clinico-assistenziali esistenti, senza richiedere variazioni organizzative;
 
b) la protezione dei dati personali secondo quanto previsto dal GDPR, sia sotto il profilo tecnologico che organizzativo;
 
c) la registrazione e la tracciabilità delle attività effettuate, sia nell’ottica della sicurezza del paziente che della rendicontazione  amministrativa.
 
Con questo approccio, sono stati avviati progetti sinergici, in collaborazione con varie organizzazioni sanitarie ed i loro referenti esperti nelle varie patologie. Il primo risultato, ottenuto insieme all’oncologo Luca Malorni del Dipartimento di Oncologia “Sandro Pitigliani”, Azienda USL Toscana centro, Ospedale Santo Stefano – Prato, è stato il “Manuale per le televisite ai pazienti oncologici”.
 
Con la collaborazione degli oncologi Massimo Lombardi e Lucia Moraca e della psicologa Nunzia Rizzi del Centro di Orientamento Oncologico dell’Ospedale di San Severo della ASL di Foggia, sono stati poi considerati altri scenari organizzativi per le televisite ai pazienti oncologici, e sono state definite le procedure per erogare anche telesedute di supporto psicologico, mettendo a punto il Manuale delle televisite e delle telesedute di supporto psicologico”. Questo manuale è stato già formalmente recepito quale procedura aziendale con una delibera della ASL il 16 aprile.
 
Un altro scenario da non dimenticare è quello dei pazienti in assistenza domiciliare integrata, molto frequentemente anziani e con il supporto di care-giver. A questi, gli infermieri dei Servizi ADI assicurano sia interventi assistenziali diretti che attività di supporto e nursing (inclusa educazione sanitaria).
 
Le prestazioni, al domicilio del paziente possono essere anche frequenti, con il conseguente aumento del rischio di contagio reciproco, sia per il paziente che per l’operatore sanitario coinvolto.
 
Insieme a Francesca Colafelice e Filomena Lavanga del Centro ADI del Distretto 60 della ASL di Foggia è stato quindi condotto un progetto per individuare quelle attività che potessero essere validamente effettuate in modalità di telemedicina, attraverso videochiamate.
 
Fra queste, innanzi tutto le interviste sullo stato di salute complessivo del paziente, le indicazioni di comportamento sanitario corretto, e l’interazione visiva, particolarmente importante per il paziente stesso che si sente in questo modo più seguito e protetto.
 
Sono poi state sono state individuate anche alcune attività di telecooperazione sanitaria, relative all’analisi, alla cura ed alle medicazioni delle piaghe. Mediante la videochiamata, l’infermiere ha modo di rendersi conto dello stato e dell’evoluzione. Se necessario, si procede a programmare un intervento diretto, altrimenti, nel caso in cui il paziente e/o il care-giver siano considerati idonei, l’infermiere li guida nella esecuzione della medicazione, seguendo un protocollo che comporta anche l’acquisizione di immagini fotografiche, utili per documentare l’attività e valutare l’evoluzione del problema nel tempo.
 
Come supporto informatico è stata scelta la piattaforma WhatsApp, considerata l’unica già sufficientemente diffusa, facile da usare e disponibile anche sui telefoni (quasi sempre non di ultima generazione) dei pazienti e/o dei loro gare-giver.
 
Lo strumento è stato considerato ad un adeguato livello di sicurezza dal punto di vista tecnologico, in quanto implementa automaticamente meccanismi di crittografazione end-to-end, garantendo la riservatezza sia delle conversazioni che dei messaggi ed immagini scambiati fra l’infermiere ed il paziente.
 
Sono state poi definite le procedure organizzative opportune per assicurare la sicurezza dell’intero processo anche dal punto di vista della protezione dei dati personali; prima fra tutte l’utilizzo esclusivo di tablet dedicati, non da usarsi in mobilità (per evitare il rischio di smarrimento), ma permanentemente localizzati entro la sede del Servizio ADI, alla stregua delle postazioni fisse. Un altro aspetto importante è stata la formalizzazione, anche ai fini della riservatezza dei dati, del ruolo/presenza del care-giver, per cui è stato previsto un apposito consenso rilasciato dal paziente.
 
Alcuni esperimenti preliminari, condotti per validare in pratica l’approccio e la procedura, hanno già dato esito molto positivo, sia in termini di efficacia clinico-organizzativa che di soddisfazione del paziente. E’ stato quindi finalizzato il “Manuale per la teleassistenza ai pazienti nell’era COVID”, adottato dal Servizio ADI e disponibile liberamente a tutte le organizzazioni interessate sul sito della community per il governo dati,a questo link.
 
Tutte le organizzazioni sanitarie sono invitate a collaborare all’iniziativa, per contribuire a definire le procedure più adatte secondo le caratteristiche di altri contesti clinico-organizzativo e le esigenze di altre patologie.
 
Fabrizio Massimo Ferrara
Docente di Informatica presso il Corso di Laurea in Economia e Gestione delle Aziende e dei Servizi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore
Coordinatore del “Laboratorio sui sistemi informativi sanitari” presso l’ ALTEMS - Alta Scuola di Economia Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore

 

18 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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