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Coronavirus. Gli Ordini dei Farmacisti scrivono ad Emiliano: “Servono mascherine e tamponi orofaringei per farmacisti e collaboratori”


“E’ necessario operare in condizioni di sicurezza per restare sul campo al servizio della comunità”, spiegano i presidenti degli Ordini Luigi d’Ambrosio Lettieri (Bari e Bat), Antonio Maria Di Noi (Brindisi), Alfonso Bevere (Foggia), Domenico Di Tolla (Lecce) e Francesco Settembrini (Taranto). Che evidenziano: “Le farmacie di comunità sono rimaste l’unico presidio sanitario del territorio. Se un farmacista o un suo collaboratore restano contagiati, una luce si spegne”.

25 MAR - Tamponi orofaringei e mascherine respiratorie per proteggersi dal rischio contagio a tutti i farmacisti e ai loro collaboratori. Sono queste le richieste avanzate dalla Consulta regionale degli Ordini dei Farmacisti della Puglia al presidente della giunta regionale, Michele Emiliano, in merito all’emergenza sanitaria per la pandemia da Covid-19. I presidenti degli Ordini che nei giorni scorsi avevano ricevuto rassicurazioni dal direttore di dipartimento per la Salute, Vito Montanaro, rivolgono a Emiliano un accorato appello “affinché anche ai farmacisti pugliesi operanti nelle farmacie di comunità, negli ospedali e nelle parafarmacie, e ai loro collaboratori, possa essere garantito il diritto di proteggersi dal contagio, tenuto conto che essi operano in una evidente condizione di sovraesposizione al rischio”.
 
I presidenti degli Ordini dei Farmacisti pugliesi, Luigi d’Ambrosio Lettieri (Bari e Bat), Antonio Maria Di Noi (Brindisi), Alfonso Bevere (Foggia), Domenico Di Tolla (Lecce) e Francesco Settembrini (Taranto) invocano rassicurazioni da parte del presidente considerato l’annuncio dell’arrivo imminente di ingenti quantità di dispositivi di protezione. “Per restare sul campo, al servizio della comunità, come fanno ogni giorno, con coraggio, con generosità e con competenza – sottolineano - è necessario operare in condizione di sicurezza fisica e senza traumi psicologici”.
 
“Si renda conto, Presidente – scrive la Consulta nella lettera - che le farmacie di comunità sono rimaste l’unico presidio sanitario del territorio e ad esse si rivolge la gente comune per avere risposte e conforto ai propri bisogni di salute e alle proprie ansie. Se un farmacista o un suo collaboratore restano contagiati, una luce si spegne e, con essa, anche la speranza di un presidio sanitario che dà sicurezza e garantisce un servizio fondamentale”.
 
I farmacisti chiedono, inoltre, a Emiliano di valutare “la possibilità di sottoporre i farmacisti e i loro collaboratori a uno screening con tampone orofaringeo. L'estensione del test con tampone a tutti i medici e sanitari – precisa la Consulta - anche se asintomatici dopo aver avuto contatti a rischio, per rilevare la positività al coronavirus, è un espresso invito dell'Oms che sollecita le competenti Autorità ad operare in tal senso”.

25 marzo 2020
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