Prevenzione di aggressioni e violenze sul lavoro. Una guida dell’Agenzia Europea
di Domenico Della Porta
Pubblicata dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro una guida elettronica ad hoc. Adottando il giusto approccio, è possibile prevenire e gestire con efficacia le situazioni lavorative caratterizzate da aggressioni e violenze, afferenti entrambi nei rischi psicosociali e nello stress lavoro-correlato.
22 MAR - Per affrontare e prevenire aggressioni e violenze sul lavoro in generale ed in sanità in particolare non occorre frequentare corsi di arti marziali o scuole di difesa personale, ma le indicazioni della
Guida elettronica per la gestione dello stress e dei rischi psicosociali realizzata da personale altamente specializzato dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro e disponibile gratuitamente sul sito ufficiale dell’importante organismo sovranazionale.
Adottando il giusto approccio, è possibile prevenire e gestire con efficacia le situazioni lavorative caratterizzate da aggressioni e violenze, afferenti entrambi nei rischi psicosociali e nello stress lavoro-correlato, a prescindere dalle caratteristiche o dalle dimensioni dell'impresa, e affrontarli con la stessa logica e sistematicità riservate ad altre questioni di salute e sicurezza sul lavoro.
Gestire lo stress non è solo un imperativo morale e un buon investimento per i datori di lavoro, viene sottolineato dall’Agenzia, bensì anche un dovere giuridico stabilito dalla direttiva europea quadro 89/391/CEE (nel nostro Paese dal D.Lgs. 81/08) e ribadito dagli accordi quadro tra le parti sociali sullo stress lavoro-correlato e sulle molestie e la violenza sul luogo di lavoro. Inoltre, il patto europeo per la salute e il benessere mentale riconosce il mutamento delle esigenze e le crescenti pressioni nei luoghi di lavoro e incoraggia i datori di lavoro ad applicare ulteriori misure volontarie per promuovere il benessere mentale. Sebbene spetti ai datori di lavoro la responsabilità giuridica di garantire la corretta valutazione e il controllo dei rischi sul lavoro, è indispensabile coinvolgere anche i lavoratori, che insieme ai loro rappresentanti conoscono meglio di chiunque altro i problemi che possono verificarsi nei luoghi di lavoro.
La loro partecipazione può assicurare l'adeguatezza e l'efficacia delle misure adottate. La guida elettronica per la gestione dello stress e dei rischi psicosociali è disponibile in più versioni nazionali e fornisce informazioni sullo stress lavoro-correlato e sui rischi psicosociali al fine di promuovere la conoscenza, la comprensione e la gestione di queste problematiche sul luogo di lavoro. La guida elettronica ideata per soddisfare le esigenze dei datori di lavoro e dei dipendenti delle piccole imprese, (ma comunque utile in ogni contesto), descrive l’intero percorso per affrontare i rischi psicosociali sul luogo di lavoro tra cui: semplici spiegazioni su cosa siano i rischi psicosociali e lo stress lavoro-correlato; gli effetti sulle imprese e sui lavoratori; esempi pratici di come prevenire e affrontare i rischi psicosociali; riferimenti alla legislazione nazionale; informazioni sulle risorse nazionali e sugli strumenti pratici.
I fattori di rischio psicosociale sono quegli aspetti di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro, nonché i rispettivi contesti ambientali e sociali, che potenzialmente possono arrecare danni alla salute psico-fisica del lavoratore; pertanto, tali fattori necessitano di adeguata valutazione e gestione, al fine di evitare l’instaurarsi di condizioni di disagio nei lavoratori. Lo Stress da Lavoro Correlato (SLC) è uno STRESS concausato da contenuto e contesto lavorativo.
Esso ha assunto una grande rilevanza in quanto potrebbe interessare potenzialmente qualunque lavoratore impegnato in qualsiasi luogo di lavoro indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Nelle schermate iniziali la Guida propone azioni finalizzate a: sensibilizzare i lavoratori; gestire i rischi attraverso la valutazione e l’azione sia preventiva sia correttiva per migliorare la salute e la resilienza. Vengono elencati i fattori di rischio sul lavoro, tra cui le relazioni negative, comprese le molestie, e le violenze perpetrate da terzi, fisica, verbale o minaccia di violenza.
Sono poi richiamati i fattori di rischio stress esterni al lavoro come i rapporti di conflittualità, molestie e mancanza di supporto. Le misure per ridurre tali rischi, dice l’Agenzia Europea comprendono il ripensamento degli ambienti di lavoro e delle mansioni svolte dai cosiddetti aggrediti. Ecco perché accanto ai rischi tradizionali (chimici, fisici e biologici) per la salute del lavoratore occorre valutare i rischi emergenti psicosociali legati all'organizzazione e le patologie correlate: stress, burn-out, mobbing, esposizione ad aggressioni, stanno diventando una delle principali cause di alterazione della salute sul posto di lavoro. In letteratura è documentato, inoltre, che in molte parti del mondo in ambiente sanitario sono aumentati gli episodi di violenza, nei confronti del personale sanitario, episodi che sono considerati “eventi sentinella” in quanto ci segnalano la presenza nell’ambiente di lavoro di situazioni di rischio e di vulnerabilità e ci indicano la necessità di mettere in atto opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori.
Per fare fronte a questa situazione, il Ministero della Salute ha emanato nel novembre del 2007 una specifica Raccomandazione (la numero 8) con lo scopo di incoraggiare l’analisi dei fattori di rischio e prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari attraverso l’adozione di misure che consentono di ridurre se non eliminare le condizioni di rischio. La corretta, puntuale e rigorosa applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro Decreto Legislativo 81/2008, consente di gestire la problematica attraverso percorsi concreti ed esaustivi con la compilazione del Documento della Valutazione del Rischio (VDR).
Tra le cause che possono scatenare atti di violenza nei confronti di operatori sanitari ci sono: poca osservanza degli orari di visita dei parenti, con conseguenti aggressioni verbali e minacce per chi tenta di far osservare le regole; poco rispetto, per lo più da parte dei parenti, del lavoro degli operatori; errori nell’atteggiamento o nel modo di relazionarsi con l’aggressore; pretesa di prestazioni medico-chirurgiche non condivise dall’operatore sanitario; desiderio di vendetta; stress per l'evento negativo.
Domenico Della Porta
Docente Medicina del Lavoro Università Telematica Internazionale Uninettuno - Roma
22 marzo 2019
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