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Pediatri: “entro il 2025 potrebbe saltare la rete assistenziale”


La Società Italiana di Pediatria lancia l’allarme: tra quindici anni “il deficit di pediatri rispetto al reale fabbisogno nazionale sarà di oltre 3.000 professionisti”. 


16 GIU - "Mentre il mondo evoluto si ispira alla copertura assistenziale realizzata dall’Italia attraverso la rete pediatrica sul territorio con il Servizio Sanitario Nazionale, in Italia il blocco del turn over e i tagli alla formazione potrebbero produrre a breve una situazione di strutturale carenza di specialisti". La denuncia arriva da Alberto G. Ugazio, presidente della Società Italiana di Pediatria che si è riunita oggi a Roma per un’Assemblea straordinaria. Stando alle proiezioni della società scientifica, il 2020 sarà l’ultimo anno in cui si riuscirà a garantire in Italia l’assistenza sanitaria pediatrica nel nostro Paese. Da quel momento le cose andranno sempre peggio fino ad arrivare, nel 2025, a un deficit di pediatri rispetto al reale fabbisogno nazionale di oltre 3.000 professionisti.
Lo studio ha infatti calcolato che, mantenendo l’attuale numero di giovani medici specializzati ogni anno in pediatria, i 15.027 professionisti attivi oggi, diventeranno 11.768 nel 2020 e addirittura 8.226 nel 2015.
Con questi numeri, la rete pediatrica italiana rischia di sparire.

"Il piano sanitario di Barack Obama – ha spiegato Ugazio – si è ampiamente ispirato a quello italiano che viene considerato uno dei migliori sistemi sanitari al mondo per qualità e universalità dell’assistenza. Noi, se non si inverte la tendenza, rischiamo di restarne orfani e, soprattutto, i nostri bambini rischiano di rimanere senza cure adeguate".
I pediatri, tuttavia, non mancano di fare autocritica: "Siamo noi per primi a dire che così com'è strutturata la rete pediatrica sul territorio nazionale è, in alcune aree, appesantita e poco efficiente rispetto all'attuale domanda di salute”, ha aggiunto Ugazio. “Una riduzione governata del numero di pediatri è la sola strada condivisibile. A patto, però - ha concluso il presidente - che si investa sulla qualità della formazione e sull'approccio multiprofessionale (che vede i pediatri affiancati da psicologi, infermieri e professionisti della riabilitazione), a tutto vantaggio della salute dei bambini e dei ragazzi di domani”. 
 

16 giugno 2010
© Riproduzione riservata

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