Infermieri generici, Oss e puericultrici: “Il nostro è un lavoro usurante e vi spieghiamo perché”
Le mansioni e i ruoli svolti dalle professioni sanitarie e socio sanitarie all’interno del sistema assistenziale non sono solo gravosi, ma per le loro caratteristiche possono ricadere fra i lavori usuranti. Per questo i rappresentanti delle professioni sanitarie e socio sanitarie in una lettera al ministro della Salute e ai parlamentari di Camera e Senato chiedono un immediato riconoscimento
03 OTT - “Garantire, riconoscendo le specifiche professionalità, parità di trattamento a tutti gli operatori nel mondo sanitario e socio sanitario senza discriminazione, superando i vuoti normativi che si sono accumulati nel tempo, attraverso dei decreti attuativi affinché gli Oss, gli Infermieri Generici e Puericultrici, Asa, Osa ecc, che svolgono all’interno del sistema assistenziale mansioni precise e ruoli che non possono che ricadere fra i lavori usuranti”.
È quanto sottolineano
Angelo Minghetti della Federazione Migep,
Salvatore Loriga, Segretario nazionale del Sindacato professionale Shc e
Matteo Giacchetta della Segreteria Oss, i
n una lettera inviata al ministro della Salute
Giulia Grillo, al Presidente Commissione Igiene e Sanità
Pierpaolo Sileri, e ai i senatori
Barbara Guidolin e
Giovanni Endrizzi e agli onorevoli
Celeste D’Arrando, Stefania Mammì e
Gilda Sportiello.
E lungo l’elenco delle motivazioni. “Dato che ancora mancano i decreti attuativi Oss, Infermieri Generici e Puericultrici Asa, Osa non posseggono una definizione specifica di compiti e questo porta a essere impegnati in reparti pericolosi, oppure addetti a mansioni di eccessiva responsabilità. Questo richiede una tutela aggiuntiva rispetto agli infermieri che sono protetti da un codice deontologico e da una legge specifica – ricordano nella lettera elencando i motivi alla base della richiesta – notti in completa solitudine e senza infermieri, evidenziano che l’Oss è coinvolto nell’attività lavorativa e professionale non solo dal punto di vista ‘tecnico’, come operatori, ma come parte attiva al processo di nursing, di assistenza”.
Il lavoro è usurante, ricordano ancora “perché l’operatore sta 7-8-12 ore continue senza mai staccarsi dal contatto con pazienti che comunque destabilizzano. Usurante, perché sta a contatto con la sofferenza del paziente, è a contatto con la vita e la morte, perché sta attento a ogni parola o gesto per evitare danni maggiori. Nel contesto psicologico come professione d’aiuto è altrettanto soggetta come le altre a sviluppare disturbi specifici di tali professioni come la più acclamata, la sindrome da burnout”.
“Tutto quanto descritto – concludono – dovrebbe essere sufficiente per far riconoscere la professione di queste figure non solo come lavoro gravoso, dovrebbe essere considerato un vero e proprio lavoro usurante. Eppure il Governo continua a negare l’evidenza dei fatti. Per quanto tempo ancora vedremo negati i diritti di queste professioni? L’obiettivo è quindi quello di garantire, riconoscendo le specifiche professionalità, parità di trattamento a tutti gli operatori nel mondo sanitario e socio sanitario senza discriminazione, superando i vuoti normativi che si sono accumulati nel tempo”.
03 ottobre 2018
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