Ordini e sindacati: legittimo difendere un associato ma solo c'è interesse collettivo
di Paolo Leopardi
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con una sentenza riguardante un contenzioso nell’ambito delle costruzioni rilevando che per l’associazione, intervenuta in difesa di un suo associato, sussisteva un “evidente conflitto di interessi”
08 NOV - In varie occasioni le Associazioni di categoria (Sindacati e Ordini) sono intervenute in giudizi al fine di far valere un interesse legittimo dell’intera categoria rappresentata affiancando le azioni giudiziarie di un iscritto avverso provvedimenti normativi ritenuti, in qualche modo, lesivi dei diritti di tutti gli iscritti.
A volte l’intervento a tutela degli interessi legittimi della categoria è stato ritenuto ammissibile, a volte, viceversa, l’Autorità Giudiziaria lo ha ritenuto inammissibile considerandolo un intervento che avvallava gli interessi di un iscritto ma contro gli interessi di un’altro iscritto.
Ebbene, negli ultimi mesi, il Consiglio di Stato si è ripetutamente pronunziato affermando il concetto che le associazioni di categoria sono legittimate a impugnare atti concernenti i singoli associati solo se ed in quanto gli stessi concretizzino anche una lesione dell’interesse collettivo statutariamente tutelato da dette associazioni in quanto, diversamente, l’azione si tradurrebbe in una non consentita sostituzione processuale, con possibilità di realizzare un contrasto potenziale tra i vari iscritti.
Sarà quindi opportuno che, nel caso in cui un’associazione di categoria (Ordine o Sindacato) voglia intervenire in un giudizio che interessi gli iscritti, valuti con particolare attenzione se l’interesse che si presume leso sia un interesse dell’intera associazione statutariamente protetto e non solo un conflitto di interessi tra due colleghi.
Avv. Paolo Leopardi
08 novembre 2011
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