Formazione medicina generale. Fnomceo contro le Regioni: “Lasciato invariato il numero delle borse di studio (987 come l’anno scorso). È il ‘De profundis’ ”
"Inoltre si starebbe valutando di ripartire le borse in base a criteri del tutto inadeguati, proporzionandole al numero di residenti o alla ripartizione del Fsn. Se a questo aggiungiamo il tentativo di mettere in atto un trasferimento di competenze dal medico verso altre figure professionali sanitarie, il quadro è completo". Così il presidente della Fnomceo in vista del prossimo incontro con Governo e Regioni programmato per il 9 marzo. TABELLA
01 MAR - “Italia, 2028: trentatremila medici di famiglia sono andati in pensione, solo undicimila nuovi medici di famiglia li hanno sostituiti. Risultato: 14 milioni di persone sono rimasti senza medico di base oppure con un’assistenza sanitaria insufficiente", questo lo scenario rilanciato oggi dal presidente della Fnomceo
Filippo Anelli dopo aver constatato che la tabella di riparto delle borse di studio per la medicina generale resterebbe inchiodata sulla soglia di 987 posti, come quelli previsti lo scorso anno (
vedi tabella allegata).
“A fronte di queste proiezioni, e della necessità assoluta e urgente di interventi correttivi - scrive Anelli in una nosta stampa - apprendiamo con stupore che le Regioni avrebbero deciso, per il prossimo triennio, di lasciare invariato il numero di borse per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale. Di più: starebbero valutando di ripartire le borse in base a criteri del tutto inadeguati, proporzionandole al numero di residenti o alla ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale. Il criterio, invece, non può essere che quello di sostituire i medici che andranno in pensione con un pari numero di medici formati, per mantenere una proporzione ottimale tra medico di base e pazienti su tutto il territorio nazionale”.
“Se a questa ripartizione, che non possiamo che definire scriteriata, e al numero gravemente insufficiente di borse, che andrebbero almeno raddoppiate, aggiungiamo il tentativo, in discussione presso il Ministero, di mettere in atto un ‘task shifting’, un trasferimento di competenze dal medico verso altre figure professionali sanitarie, il quadro è completo: non ci resta che rassegnarci a recitare il De profundis per la Medicina Generale”, continua Anelli.
“La rassegnazione, però, non è nelle nostre corde: le soluzioni ci sono, serve ora la volontà di applicarle - prosegue -. Già lo scorso anno
Antonio Saitta, coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, aveva assunto formalmente, nell’unica riunione sino ad ora svolta del Tavolo per la Medicina Generale, l’impegno di aumentare il numero di borse. L’Enpam, da parte sua, si è detto disponibile e erogare finanziamenti per lo stesso obiettivo. Alcune Regioni sarebbero aperte ad autofinanziare un certo numero di borse, come già fanno per i contratti delle Scuole di Specializzazione”.
“Tutte queste possibili soluzioni per aumentare il numero di borse saranno messe sul tappeto nella prossima riunione del Tavolo tecnico sulle problematiche in materia di Medicina generale, che, prontamente riattivato dal Ministro
Lorenzin, si riunirà venerdì 9 marzo. Non possiamo però non rivedere anche il criterio di ripartizione, per garantire un corretto ed efficiente turnover dei medici di base”.
“Ringraziamo dunque il Ministro per la sensibilità dimostrata alle nostre istanze e per la tempestiva riapertura del Tavolo – conclude Anelli –. Lanciamo un nuovo appello al Presidente del Consiglio
Paolo Gentiloni, ancora a
Beatrice Lorenzin e al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Stefano Bonaccini, affinché intervengano per far sì che la popolazione non sia privata di questo livello primario di assistenza, facilmente, equamente e capillarmente accessibile, e qualificato per legge come un Lea”.
01 marzo 2018
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